ORDINANZE PREVENZIONE LEGIONELLOSI

News / Varie - domenica 30 mag 2010 | A cura dell'Ufficio Stampa


I Sindaci delle Amministrazioni Comunali della nostra provincia, recependo le proposta del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL, nei giorni scorsi hanno emesso delle Ordinanze per l’adozione di misure al fine di prevenire la diffusione del batterio della Legionella.
I provvedimenti si rivolgono ai titolari di strutture turistico recettive, termali, ad uso collettivo, sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale, prescrivendo i requisiti da osservare per impianti (idrosanitari ed aeraulici, torri di raffreddamento e condensatori evaporativi), e le azioni periodiche per una corretta gestione e manutenzione di tali impianti e delle piscine.
Tali accorgimenti sono, peraltro già generalmente adottati dalle strutture,

Il presupposto del provvedimento è l’incremento, sul territorio nazionale e anche nella nostra provincia, di casi di Legionellosi, soprattutto associati a viaggi e soggiorni in strutture recettive; nel 2009 in provincia si sono registrati nove casi.

La Legionellosi è una grave forma di polmonite causata da batteri che si trovano principalmente associati alla presenza di acqua; da superfici lacustri, falde idriche e ambienti umidi in genere che possono diffondersi in sistemi di acqua condotta, impianti di climatizzazione, ecc.
Sul rispetto del provvedimento vigileranno la Polizia municipale e l’Ausl.

A titolo esemplificativo pubblichiamo qui l'Ordinanza del Comune di Ravenna, ma in pratica ci risulta che tutte le Amministrazioni della nostra provincia abbiano approvato provvedimenti simili.

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Estratto di quanto previsto dalla Delibera di Giunta Regionale dell'Emilia Romagna n. 1115/2008

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3. INTERVENTI DI PREVENZIONE E CONTROLLO DELLA LEGIONELLOSI NELLE STRUTTURE TURISTICO-RECETTIVE, AD USO COLLETTIVO, TERMALI, ABITATIVE E IN ALTRE PARTICOLARI STRUTTURE
La prevenzione delle infezioni da Legionella si basa essenzialmente:
- sulla corretta progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici che comportano un riscaldamento dell’acqua e/o la sua nebulizzazione (impianti a rischio). Sono considerati tali gli impianti idro-sanitari, gli impianti di condizionamento con umidificazione, le torri di raffreddamento e i condensatori evaporativi, gli impianti che distribuiscono ed erogano acque termali, le piscine e le piscine idromassaggio;
- sull’adozione di misure preventive (manutenzione e, all’occorrenza, disinfezione) atte a contrastare la moltiplicazione e la diffusione di Legionella negli impianti a rischio.
Per quanto tali misure non garantiscano che un sistema o un suo componente siano privi di Legionella, esse contribuiscono a diminuire la probabilità di una contaminazione batterica grave.
Fermo restando il rispetto delle regole previste da norme e leggi esistenti (norme UNI, ecc.) per la costruzione e la manutenzione delle varie tipologie di impianti, nel presente capitolo 3 si richiamano le principali indicazioni che devono essere rispettate per un ottimale controllo della contaminazione da Legionella.

3.1 INDICAZIONI PER LA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI
3.1.1 Impianto idro sanitario
Nelle strutture di nuova edificazione e in quelle soggette a ristrutturazione totale le reti dell’acqua fredda e della acqua calda sanitaria devono essere adeguatamente distanziate.
Le reti, inoltre, devono essere il più lineari possibile, evitando tubazioni con tratti terminali ciechi e senza circolazione dell’acqua; le tubature dell’acqua calda devono essere idoneamente coibentate.
Nella rete dell’acqua fredda il rischio di colonizzazione e crescita di Legionella è trascurabile se la temperatura dell’acqua non supera i 20°C.
I serbatoi di accumulo, quando installati, devono essere facilmente ispezionabili al loro interno e disporre, alla base, di un rubinetto, tramite il quale effettuare le operazioni di spurgo del sedimento.
Un secondo rubinetto, necessario per prelevare campioni di acqua da sottoporre ad indagini analitiche, posto ad un’altezza non inferiore a 30 cm dal suolo, deve essere installato sul serbatoio se quello di cui al punto precedente non dovesse risultare utile allo scopo.
La tipologia dei materiali, utilizzati per la realizzazione dell’impianto, deve garantire la possibilità di eseguire adeguati trattamenti di disinfezione.
Copie della pianta dettagliata dell’impianto devono accompagnare la presentazione del progetto edilizio e restare a disposizione del proprietario/gestore/amministratore della struttura per la gestione degli interventi di manutenzione ordinaria e per eventuali richieste dei soggetti titolati ad eseguire controlli. Ogni modifica delle reti deve comportare l’aggiornamento delle suddette planimetrie.
Nella rete dell’acqua calda il rischio di colonizzazione e crescita di Legionella può essere minimizzato mantenendo la temperatura dell’acqua al di sopra di 50-55°C.
Pertanto oltre a quanto sopra riportato, nelle grandi strutture alberghiere, condominiali, ecc. con impianto centralizzato, si raccomanda la realizzazione della rete di ricircolo dell’acqua calda.
Per evitare salti termici lungo le reti e raffreddamenti eccessivi dell’acqua, la rete di ricircolo deve essere adeguatamente bilanciata.
Negli impianti con rete di ricircolo la temperatura dell’acqua calda:
- deve essere mantenuta ≥ 60°C nei serbatoi di accumulo,
- non deve scendere sotto 50°C alla base di ciascuna colonna di ricircolo.
Ove si evidenziasse il rischio di ustioni dovranno essere prese adeguate precauzioni per minimizzare tale rischio, ad esempio mediante l’installazione di valvole termostatiche di miscelazione in prossimità dei terminali di erogazione.
3.1.2 Impianto di condizionamento centralizzato
Prese d’aria esterna
Le prese d’aria esterna, se poste su pareti verticali e non protette, devono essere dimensionate per velocità non superiori a 2 m/s e devono essere dotate di efficaci sistemi per evitare che l’acqua penetri al loro interno. Occorre inoltre che siano ubicate ad idonee distanze da camini e da altre fonti di emissione di aria potenzialmente contaminata, con particolare riferimento:
- a torri di raffreddamento e condensatori evaporativi, per i quali valgono le specifiche di installazione elencate al punto 3.1.3;
- alle bocche di espulsione dell’aria dello stesso impianto di condizionamento.
In quest’ultimo caso deve essere anche garantito che l’aria in uscita abbia una velocità tale da allontanare il più possibile il flusso dal fabbricato onde consentirne un’efficace diluizione con l’aria ambiente.
Filtri
Il costo di una filtrazione più efficace è molto inferiore a quello della pulizia dei componenti delle reti di distribuzione. Si consiglia pertanto di installare filtri di classe Eurovent EU7 a monte delle unità di trattamento dell’aria e ulteriori filtri di classe EU8/9 a valle di dette unità e comunque a valle degli eventuali silenziatori. Sui sistemi di ripresa dell’aria dovrebbero essere installati filtri almeno di classe EU7.
Ove la tipologia dei locali o della struttura lo richieda dovranno essere installati filtri a maggiore efficienza.
Sistemi di umidificazione
Non è consentito l’utilizzo di sistemi di umidificazione che possono determinare ristagni d’acqua. Si sconsiglia l’uso di umidificatori con ricircolo d’acqua di recupero.
Batterie di scambio termico
Nel caso di batterie di raffreddamento, le superfici alettate e in particolare le bacinelle di raccolta della condensa costituiscono i luoghi dove maggiormente proliferano microrganismi e muffe. Risulta pertanto necessario installare bacinelle inclinate in modo da evitare ristagni, e realizzarle con materiali anticorrosivi per agevolarne la pulizia.
Gli scarichi delle condense devono essere adeguatamente sifonati.
Silenziatori
I materiali fonoassorbenti impiegati di solito sono del tipo poroso e fibroso, e quindi particolarmente adatti a trattenere lo sporco e di difficile pulizia. Si raccomanda quindi l’impiego di finiture superficiali che limitino tali inconvenienti, anche se questo porta ad una maggiore estensione delle superfici e quindi a costi più elevati. Inoltre si raccomanda di osservare le distanze consigliate dai costruttori tra tali dispositivi e gli umidificatori.
Canalizzazioni
Ai fini di una buona manutenzione delle condotte dell’aria occorre progettare, costruire e installare i sistemi aeraulici tenendo anche presente le seguenti esigenze manutentive:
• prevedere la possibilità di drenare efficacemente i fluidi usati per la pulizia;
• evitare di collocare l’isolamento termico all’interno delle condotte, considerata la difficoltà di pulire in modo efficace l’isolante stesso;
• dotare (a monte e a valle) gli accessori posti sui condotti (serrande, scambiatori, ecc.) di apposite aperture di dimensioni idonee a consentire la loro pulizia, e di raccordi tali da consentirne un rapido e agevole smontaggio e rimontaggio, assicurandosi che siano fornite accurate istruzioni per il montaggio e lo smontaggio dei componenti;
• ridurre al minimo l’uso di condotti flessibili corrugati e utilizzare materiali sufficientemente solidi per permetterne una facile pulizia meccanica;
• utilizzare terminali, per la mandata e il recupero dell’aria, smontabili.
3.1.3Torri di raffreddamento ad umido e condensatori evaporativi
Le torri evaporative o di raffreddamento sono apparecchiature che consentono di raffreddare un flusso d’acqua riscaldatosi durante il raffreddamento di un impianto tecnologico. Il rischio è collegato alla presenza nell’acqua di Legionella e alla dispersione in atmosfera di un aerosol contaminato, costituito da gocce di varie dimensioni.
Tali apparecchiature, componenti importanti di molti processi industriali e commerciali nonché di impianti di condizionamento centralizzati, in conseguenza di quanto sopra non devono essere installate:
a) in prossimità di finestre, prese d’aria a parete di edifici, prese d’aria di impianti di condizionamento, in modo da evitare che l’aria di scarico proveniente dalle torri e dai condensatori evaporativi entri negli edifici;
b) in zone destinate a frequentazione o raccolta di pubblico.
In particolare:
1) Le bocche di scarico delle torri e dei condensatori devono essere posizionate almeno 2 metri al di sopra della parte superiore di qualsiasi elemento o luogo da proteggere (finestre, prese d’aria, luoghi frequentati da persone) o a una distanza, in orizzontale, di almeno 10 metri. Per il calcolo delle distanze vanno presi come riferimento i punti più vicini tra loro della bocca di scarico e del luogo da proteggere.
Se la bocca di scarico viene posizionata al di sotto dei luoghi da proteggere, per calcolare la distanza minima di separazione, si deve tenere conto dell’entità del flusso di emissione, della sua velocità e della direzione del pennacchio nell’atmosfera. Specifiche di installazione possono essere desunte da linee guida tecniche, come ad esempio il “Manuale per la Prevenzione della Legionellosi in Impianti a Rischio” dell’Istituto di Salute Pubblica di Madrid (18).
In ogni caso si dovrà tenere in debita considerazione la direzione dei venti dominanti della zona oggetto dell’installazione.
2) I materiali costitutivi del circuito idraulico devono resistere all’azione aggressiva dell’acqua, del cloro e di altri disinfettanti, al fine di evitare fenomeni di corrosione.
Si devono evitare materiali porosi e/o assorbenti che facilitano lo sviluppo di batteri e funghi quali cuoio, legno, fibrocemento, cemento, derivati della cellulosa.
Si raccomanda di sottoporre a trattamento chimico, fisico-chimico o fisico le parti metalliche del sistema per evitare fenomeni di corrosione.
3) L’impianto deve essere facilmente accessibile anche nelle parti interne, onde favorirne l’ispezione e le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, pulizia, disinfezione e campionamento.
Le superfici interne della vasca di raccolta devono essere il più possibile lisce, con angoli arrotondati, di facile pulizia e disinfezione.
4) Il piatto della vasca deve essere realizzato in maniera da evitare il ristagno di acqua e possedere almeno uno scarico, posizionato nel punto più basso, per l’evacuazione del sedimento.
5) Gli impianti devono disporre di separatori di goccia, che coprano tutta la superficie di scarico, di alta efficienza in modo che le perdite di acqua sotto forma di aerosol siano contenute a meno dello 0,05% della massa d’acqua circolante.
I Dipartimenti di sanità pubblica curano la tenuta di un apposito “Catasto” delle torri di raffreddamento ad umido e dei condensatori evaporativi esistenti, sulla base del modello che verrà indicato dalla Direzione Generale Sanità e Politiche sociali della Regione.


3.2 GESTIONE DEGLI IMPIANTI
3.2.1 Gestione dell’impianto idro-sanitario
Tutti i gestori di strutture recettive, termali e ad uso collettivo devono garantire l'attuazione delle seguenti misure di controllo:
a) la temperatura dell'acqua fredda non dovrebbe essere > 20°C. Qualora l’acqua distribuita attraverso la rete acquedottistica superi il suddetto valore si possono creare condizioni per la moltiplicazione di Legionella anche in tale rete. Per le strutture alle quali viene richiesta la valutazione del rischio (vedi paragrafo 3.3) tale criticità deve essere considerata;
b) se possibile, ispezionare periodicamente l'interno dei serbatoi d'acqua fredda: nel caso ci siano depositi o sporcizia, provvedere alla pulizia, e comunque disinfettarli almeno una volta l'anno con 50 ppm di cloro residuo libero per un'ora. La stessa operazione deve essere effettuata a fronte di lavori che possono aver dato luogo a contaminazioni o a un possibile ingresso di acqua non potabile;
c) svuotare, disincrostare e disinfettare i serbatoi di accumulo dell'acqua calda (compresi gli scalda acqua elettrici) almeno due volte all'anno e ripristinarne il funzionamento dopo accurato lavaggio;
d) disinfettare il circuito dell'acqua calda con cloro ad elevata concentrazione (cloro residuo libero pari a 50 ppm per un'ora o 20 ppm per due ore) o con altri metodi di comprovata efficacia dopo interventi sugli scambiatori di calore;
e) ispezionare mensilmente i serbatoi dell'acqua e le tubature visibili. Accertarsi che tutte le coperture siano intatte e correttamente posizionate;
f) accertarsi che eventuali modifiche apportate all'impianto, oppure nuove installazioni, non creino bracci morti o tubature con assenza di flusso dell'acqua o flusso intermittente. Ogni qualvolta si proceda a operazioni di bonifica, occorre accertarsi che subiscano il trattamento di bonifica anche i bracci morti costituiti dalle tubazioni di spurgo o prelievo, le valvole di sovrapressione e i rubinetti di bypass presenti sugli impianti;
g) ove si riscontri la crescita di alghe, protozoi e altri batteri che possono costituire nutrimento per la Legionella, utilizzare appropriati trattamenti biocidi;
h) provvedere, se necessario, ad un efficace programma di trattamento dell’acqua, capace di prevenire la corrosione e la formazione di film biologico, che potrebbe contenere anche Legionella;
i) ove le caratteristiche dell’impianto lo permettano, l'acqua calda nelle condotte di mandata deve avere una temperatura superiore ai 50-55°C. Per evitare il rischio di ustioni è necessario installare rubinetti dotati di valvola termostatica;
l) nelle strutture di tipo alberghiero, prima che le camere vengano occupate è necessario fare scorrere l'acqua (sia calda che fredda) dai rubinetti e dalle docce per alcuni minuti;
m) mantenere le docce, i diffusori delle docce ed i rompigetto dei rubinetti puliti e privi di incrostazioni, sostituendoli all'occorrenza.
n) negli edifici a funzionamento stagionale, prima della riapertura procedere a una pulizia completa dei serbatoi e della rubinetteria, e far defluire a lungo l’acqua da tutti i rubinetti.
o) l'acqua utilizzata nei circuiti di fontane decorative, piscine e vasche per idromassaggi, esposte a scopo dimostrativo, in occasione di fiere o esposizioni, deve essere disinfettata con mezzi fisici e/o chimici.
Nelle strutture abitative condominiali con impianto idro-sanitario centralizzato, l’amministratore di condominio è tenuto ad informare e sensibilizzare i singoli condomini sull’opportunità di adottare le misure di controllo sopraelencate.
3.2.2 Gestione dell’impianto di condizionamento centralizzato
Durante l’esercizio dell’impianto è importante eseguire visite ispettive e controlli periodici per rilevare il corretto funzionamento nonché la presenza o meno di sporcizia e di acqua di condensa. Nel caso, poi, di un intervento di pulizia, occorre assicurarsi successivamente che le sostanze usate siano rimosse completamente dal sistema.
In particolare i controlli andranno eseguiti presso le seguenti sezioni dell’impianto considerate più critiche:
Filtri
Va controllato lo stato di efficienza dei filtri ed eliminata l’eventuale presenza di condensa e/o di gocce d’acqua sulle loro superfici che favorisce la crescita di batteri e la loro diffusione negli ambienti condizionati. Oltre alla regolare pulizia si raccomanda il periodico ricambio dei filtri stessi secondo le informazioni fornite dal costruttore.
Batterie di scambio termico
Vanno periodicamente pulite e disinfettate le bacinelle di raccolta della condensa e le superfici alettate.
Umidificatori dell’aria ambiente
Deve essere assicurato che non si verifichi formazione di acqua di condensa durante il funzionamento; tutte le parti a contatto con acqua in modo permanente devono essere pulite e se necessario periodicamente disinfettate.
Umidificatori adiabatici
La qualità dell’acqua spruzzata nelle sezioni di umidificazione adiabatica deve essere periodicamente controllata; l’incremento della carica batterica deve essere prevenuta mediante sistemi di disinfezione oppure mediante periodica pulizia dei sistemi. La carica batterica totale dell’acqua circolante non deve eccedere il valore standard di 106 UFC/L con una temperatura di incubazione di 20°C±1°C e 36°C ±1°C. La presenza di Legionella negli umidificatori è sicuramente evitata se la carica batterica non eccede 103 UFC/L.
Canalizzazioni
Per consentire una efficace pulizia delle superfici interne delle canalizzazioni, evitandone il danneggiamento dei rivestimenti, si può impiegare una tecnica particolare che fa uso di una testa ad ugello con fori asimmetrici, posta all’estremità di una tubazione flessibile che viene introdotta nelle aperture, appositamente predisposte. Da questa tubazione fuoriesce aria compressa in grossi quantitativi (fino a 300 m3/h). L’elevata portata d’aria crea una sorta di lama d’aria che provoca il distacco della sporcizia dalle superfici interne della canalizzazione; l’asimmetria dei fori ne provoca poi una rotazione e quindi l’avanzamento della tubazione per tutta la sua lunghezza (fino a 30 m).
3.2.3 Gestione delle torri di raffreddamento e dei condensatori evaporativi
La qualità dell’acqua spruzzata nelle torri evaporative deve essere controllata attraverso analisi microbiologiche periodiche. La carica batterica totale massima ammissibile è di 107 UFC/L.
Nella tabella 4 sono indicati i tipi di intervento da attuare sulla base della concentrazione di legionelle riscontrata. L’uso di biocidi non deve essere comunque continuativo.
Vanno inoltre attuati interventi, di pulizia e drenaggio del sistema, disincrostanti e anticorrosivi:
• prima del collaudo,
• alla fine della stagione di raffreddamento o prima di un lungo periodo di inattività,
• all’inizio della stagione di raffreddamento o dopo un lungo periodo di inattività,
• almeno due volte l’anno nel caso di funzionamento continuativo dell’impianto.
Per minimizzare i problemi dovuti alla precipitazione di sali, responsabili di incrostazioni, va previsto il ricambio periodico di parte della massa d’acqua circolante o, in alternativa, l’addolcimento della stessa.
I separatori di gocce sulle torri di raffreddamento e sui condensatori evaporativi vanno mantenuti sempre in perfetta efficienza.

3.2.4 Gestione delle piscine e delle piscine idromassaggio alimentate con acqua dolce
Per quanto riguarda le piscine, la normativa vigente prevede una concentrazione di cloro attivo libero nell'acqua della vasca pari a 1 mg/L (0,7-1,2 mg/L). Sebbene tali valori del cloro rendano improbabile un’eventuale contaminazione da Legionella, tuttavia, si raccomanda in occasione dello svuotamento periodico della vasca (da effettuarsi almeno una volta all'anno) la pulizia e la disinfezione shock della vasca, delle tubature e la sostituzione dei filtri della vasca, la revisione accurata dei sistemi di circolazione dell'acqua, con eliminazione di ogni deposito.
I filtri dell'acqua, inoltre, devono essere puliti e disinfettati ogni 1-3 mesi.
Le piscine per idromassaggio vanno sottoposte a controllo da parte di personale esperto, che deve provvedere all’effettuazione delle operazioni di pulizia e di corretta conduzione igienica come:
- garantire che siano rispettati tempi di ricircolo adeguati alle dimensioni e alla frequentazione dell’impianto (indicativamente da 1 a 3 ore max);
- sostituire giornalmente almeno la metà della massa d’acqua;
- prevedere una concentrazione di cloro attivo libero nell'acqua della vasca pari almeno a quello delle piscine;
- pulire e risciacquare giornalmente i filtri;
- controllare almeno tre volte al giorno la temperatura e la concentrazione del cloro;
- assicurare un’operazione di disinfezione accurata almeno una volta a settimana.

3.2.5 Documentazione degli interventi
I gestori degli impianti sopraelencati sono tenuti a conservare la documentazione relativa a:
- eventuali modifiche apportate all’impianto,
- interventi di manutenzione ordinari e straordinari,
- operazioni di pulizia e disinfezione.
Tale documentazione deve essere messa a disposizione degli Organi Ispettivi, quando richiesto.

3.3 ANALISI DEL RISCHIO E MONITORAGGIO AMBIENTALE
L’analisi del rischio si divide in tre momenti sequenziali e correlati tra loro:
a) Valutazione del rischio: indagine che individua le fasi e i punti in cui si possono realizzare condizioni che collegano la presenza di Legionella nell’impianto alla possibilità di contrarre l’infezione;
b) Gestione del rischio: tutti gli interventi e le procedure volte a rimuovere o contenere le criticità individuate nella fase precedente;
c) Comunicazione del rischio: tutte le azioni finalizzate a informare, formare, sensibilizzare i soggetti interessati al fenomeno (personale addetto al controllo, gestori degli impianti, esposti, ecc.).

3.3.1 Misure di autocontrollo specifiche per le strutture turistico-recettive
Oltre alle misure riportate ai paragrafi 3.1 e 3.2, per un'efficace prevenzione è necessario che in ogni struttura turistico-recettiva venga effettuata periodicamente una valutazione del rischio, ovvero della probabilità che si verifichino uno o più casi di malattia.
Tale valutazione è fondamentale per acquisire conoscenze sulla vulnerabilità degli impianti, stimare i possibili impatti sulla salute e per definire ed implementare le contromisure adeguate a mitigare il rischio, con un impegno di sforzi e risorse commisurati ai potenziali impatti.
Ai fini di una corretta analisi del rischio, per la relativa valutazione e gestione, occorre procedere secondo una serie di fasi.
Di seguito viene descritta la metodologia da seguire per l’analisi del rischio dell’impianto idrosanitario; in maniera analoga si dovrà procedere per altri impianti eventualmente presenti.
a) Nomina di un responsabile
Ogni struttura turistico-recettiva può avvalersi di esperti per la valutazione del rischio e deve nominare un responsabile per la gestione del rischio, che comprenda l'importanza della prevenzione e dell'applicazione delle misure di controllo.
b) Valutazione del rischio e dei relativi punti critici
Una corretta valutazione del rischio correlato ad una struttura turistico-recettiva deve partire dall’analisi di uno schema aggiornato (se disponibile) e delle condizioni di normale funzionamento dell’impianto idrosanitario per individuarne i punti critici.
In base alla mappa si può prevedere quali siano le sezioni che possono presentare un rischio per gli ospiti e/o per i dipendenti.
L’ispezione della struttura deve essere accurata per poter evidenziare eventuali fonti di rischio e valutare l’intero impianto, non solamente i singoli componenti.
Il rischio di legionellosi dipende da un certo numero di fattori; tra questi si ricordano quelli più importanti:
1) presenza e concentrazione di Legionelle, evidenziate a seguito di eventuali pregressi accertamenti ambientali;
2) temperatura dell’acqua compresa tra 20 e 50°C;
3) caratteristiche dell’acqua di approvvigionamento (presenza di fonti di nutrimento per Legionella come alghe, materiale organico, concentrazione di cloro);
5) presenza di tubature con flusso d'acqua minimo o assente (tratti terminali della rete, utilizzo saltuario delle fonti di erogazione);
6) utilizzo stagionale della struttura;
7) ampliamento della rete su impianto esistente (lavori di ristrutturazione), vetustà dell’impianto;
8) utilizzo di gomma e fibre naturali per guarnizioni e dispositivi di tenuta;
9) caratteristiche dei terminali di erogazione (presenza di rompigetto, ecc.).
c) Gestione del rischio
Se in una struttura turistico-recettiva si evidenzia la presenza di un potenziale rischio derivante dall’impianto idrosanitario (es.: la temperatura dell'acqua calda è inferiore a quella raccomandata; vi è la presenza di rami morti nella rete distributiva; altro) occorre mettere in atto le misure correttive, necessarie a ripristinare la situazione e ad eliminare o ridurre al minimo il rischio evidenziato. Subito dopo si dovrà effettuare un campionamento dell'acqua per la ricerca di Legionella, in un numero di siti che sia rappresentativo di tutto l'impianto idrico, e comunque non inferiore a sei.
Qualora non sia possibile mettere in atto, a breve, tutte le misure correttive il campionamento ambientale dovrà essere ripetuto mensilmente per i primi sei mesi e successivamente con cadenza da stabilirsi sulla base dell’analisi del rischio e inserito in un piano di autocontrollo.
Se si rendesse necessario effettuare la bonifica dell’impianto il programma di autocontrollo andrà eseguito o modificato tenendo conto della periodicità di campionamento prevista per tale situazione.
Per le strutture a funzionamento temporaneo il campionamento dovrà essere effettuato sempre prima dell’apertura stagionale.
d) Siti di campionamento
I siti da cui effettuare il campionamento sono i seguenti:
rete dell'acqua fredda:
a) serbatoio dell'acqua (possibilmente dalla base);
b) il punto più distale dal serbatoio;
rete dell'acqua calda:
a) la base del serbatoio dell'acqua calda vicino alle valvole di scarico;
b) ricircolo dell'acqua calda;
c) almeno 2 siti di erogazione lontani dal serbatoio dell'acqua calda (docce, rubinetti).
e) Esiti del campionamento
I provvedimenti da assumere in relazione agli esiti del campionamento sono elencati nella tabella 3.
f) Periodicità
L’analisi del rischio deve essere effettuata regolarmente, almeno ogni 2 anni, e ogni volta che ci sia motivo di pensare che la situazione si sia modificata (ad esempio: ristrutturazioni, rifacimento di parti dell’impianto, esame batteriologico positivo per Legionella con carica > 1000 UFC/L). Deve, comunque, essere rifatta, con carattere d’urgenza, ad ogni segnalazione di un possibile caso di legionellosi.
In base ai risultati complessivi dell’analisi del rischio, andrà preparato, anche con l'ausilio di personale tecnico qualificato, un protocollo scritto per il controllo e la manutenzione dell’impianto che specifichi gli interventi da mettere in atto, le procedure di pulizia e disinfezione e la loro periodicità.


Per consultare la Delibera della Giunta Regionale nella sua interezza è sufficiente ricercarla per numero e data (1115/2008) qui

 


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