News / Ufficio sindacale - venerdì 16 mar 2012 | A cura dell'Ufficio Stampa
Nel corso di una conferenza stampa, svoltasi questa mattina presso la Sede del Consorzio CIICAI nell'Area Artigianale Bassette, Confartigianato e Cna hanno presentato le proprie osservazioni al Bilancio 2012 del Comune di Ravenna
Aprendo l'incontro con i giornalisti, la Presidente comunale di Confartigianato, Roberta Pari, ha detto che: 'La discussione sul Bilancio del Comune di Ravenna riveste, quest'anno, un'importanza ancora superiore al solito. I vincoli del Patto di Stabilità e la manovra economica, con il quale il Governo ha sì evitato il default del nostro Paese, ma ha anche introdotto un significativo rallentamento dei consumi a causa dell'aumento della pressione fiscale diretta e indiretta, pongono gli Enti Locali di fronte a scelte importanti.
Nel compiere queste scelte, però, riteniamo sia necessario che l'Amministrazione Comunale prenda atto anche delle enormi difficoltà di redditività e competitività che stanno vivendo le nostre aziende, cercando di coniugare le esigenze di bilancio con la straordinarietà di questo momento economico. Riteniamo sia importante che i pubblici Amministratori 'sentano', dalla nostra viva voce, qual è oggi la difficoltà di 'fare impresa'.
Ecco perchè, anzichè avere convocato questa conferenza stampa nella 'solita' sala riunioni di un'Associazione, abbiamo voluto invitarvi qui alle Bassette.
Perchè vogliamo rendere tangibile a tutti voi, ciò che noi imprenditori e chi è impegnato all'interno delle nostre Associazioni di rappresentanza (Cna e Confartigianato) 'sente' ogni giorno: la crescente difficoltà di rimanere competitivi, e la rabbia nel vedere, ogni giorno, da un lato allungarsi i pagamenti dei propri committenti, spesso anche pubbliche amministrazioni, dall'altro il continuo aumentare della difficoltà di accedere al credito. Un combinato-disposto micidiale per il nostro tessuto economico.
Le imprese artigiane e le piccole e medie imprese, hanno dimensioni ed organizzazione che ovviamente privilegiano innanzitutto la difesa dell'occupazione, perchè doversi privare dei propri dipendenti significa spesso rinunciare a 'saperi' e professionalità sui quali si è costruita la propria organizzazione aziendale e la propria offerta di beni e servizi.
Ma quando i bilanci non tornano più, quando le commesse spesso neppure possono essere prese in considerazione, per mancanza di liquidità o credito, ecco che l'intera economia viene travolta. Come un domino.
I pubblici amministratori devono capire che quelli che stiamo vivendo non sono tempi normali.
Dobbiamo, insieme, essere pronti ad affrontare sacrifici, certo, ma anche un cambio di passo. Ed anche le scelte delle Pubbliche Amministrazioni non possono essere più quelle di cinque anni fa. Insieme dobbiamo darci alcuni obiettivi prioritari per far sì che le aziende possano resistere alla recessione e giungere ancora integre al momento della ripresa. Ecco perchè, nel documento che abbiamo preparato, che vi presentiamo qui oggi e che il 20 marzo sottoporremo a Sindaco ed Assessori competenti, ci sono alcune proposte che per noi sono essenziali.
Chiediamo anche alla Stampa lo sforzo di far conoscere alla pubblica opinione queste proposte, perchè sono frutto di passione per il proprio lavoro, per la propria azienda: e perchè vogliamo che Ravenna sia, anche domani, un territorio che offra opportunità a tutti coloro che ci vivono'.
Questo il testo del documento presentato da Confartigianato e Cna:
SERVE UN PATTO PER RAVENNA
Osservazioni di Confartigianato e CNA sul bilancio del Comune di Ravenna 2012
L’auspicio di tutti, dopo l’estate del 2010, era quello che la leggera ripresa registrata si consolidasse dandoci l’opportunità di affermare finalmente che l’attuale crisi aveva “toccato il fondo”. Purtroppo non è stato così e tutta l’economia sta arrancando.
A questo difficile momento del mercato interno vanno aggiunte le varie manovre governative, non ultima quella conosciuta da tutti come “Salva Italia”, che hanno ulteriormente appesantito di nuove tasse e imposte i cittadini e le imprese,indebolendo fortemente la domanda.
Quanto successo, e ci riferiamo ovviamente alla suddetta manovra, è apparso a quasi tutti come necessario o perlomeno inevitabile, ma non possiamo nasconderci come questa sia un nuovo ostacolo che per molte imprese sarà difficile da superare.
L’attenzione nei confronti della piccola e media impresa da parte dell’opinione pubblica non può essere solo quella riguardante l’evasione fiscale, che non è e non può mai essere giustificata, o dei giusti controlli per recuperare il gettito mancante, ma tutti dovrebbero ricordarsi quanto dichiarato dalla Banca d’Italia, che calcolava, già alla fine del 2009, l’ammontare del debito commerciale delle Pubbliche Amministrazioni in un 4% del PIL, vale a dire oltre 63 miliardi di euro. Denari che spettano alle imprese per lavori o forniture o servizi resi che, invece di essere pagati entro i trenta giorni previsti dalle norme della comunità europea, nella nostra realtà regionale e provinciale si fanno attendere mediamente per ben 137 giorni, con un incremento nell’ultimo periodo superiore ai 40 giorni.
Questo dato fa si che nella nostra provincia il maggior costo nell’ultimo anno a carico dalle imprese artigiane manifatturiere sia stato del 10,4%.
Paradossalmente, quindi da una parte si aumenta la pressione fiscale, dall’altra si utilizza il sistema imprenditoriale italiano di fatto come una banca, che dà credito al sistema pubblico senza riceverne interessi.
In un momento così difficile per l’economia (i recenti dati allarmanti sulla disoccupazione lo confermano) ci saremmo aspettati che tutte le leve fiscali in mano all’Amministrazione (IMU, IRPEF e Tassa di Soggiorno) fossero state attivate per colmare il disavanzo creato dai tagli che lo Stato ha imposto ai Comuni.
Invece, è stato scelto di agire solo ed esclusivamente sull’IMU, mettendola al massimo possibile previsto dalla legge per le imprese. Questa scelta, insieme ai recenti nuovi balzelli d’imposte e tariffe varie alle imprese, non farà altro rendere sempre meno competitivo il nostro territorio, con ovvie ricadute negative sui livelli occupazionali.
La coesione sociale è un tema molto caro a tutti ed è sempre stato uno dei punti di forza di questo territorio. Ma lo sforzo per mantenere questa coesione sociale non può essere affrontato solo ed esclusivamente dalle imprese. Questo è un valore trasversale per tutta la società ravennate, ed è altrettanto importante dare la dimostrazione che quando i sacrifici sono necessari tutti debbano parteciparvi.
Nel prendere in esame quattro tipologie d’immobili con l’applicazione della nuova imposta gli aumenti possono oscillare dall’86 al 160 per cento per l’attività commerciale, dal 61 al 124 per cento per il laboratorio di parrucchiera e dal 38 al 93 per cento per le attività svolte in capannoni artigianali. Ovviamente dietro agli aumenti percentuali ci sono delle cifre importanti, che arrivano a superare i 2.500 euro anni.
Se poi all’IMU, aggiungiamo già gli aumenti della tariffa rifiuti previsti per quest’anno, che per il sistema dell’imprese è superiore al 7%, ci rendiamo conto del peso economico che devono sopportare le piccole e medie imprese.
Per fare un ulteriore esempio concreto: quest’anno un’impresa di metalmeccanica posizionata in un’area artigianale potrà pagare, tra Imu e Tia, oltre 10.500 euro, quasi il 40% in più dell’anno passato.
E' per questo motivo che non possiamo sottrarci, non solo come rappresentanza d'impresa, ma anche a nome del più generale interesse a far sì che il nostro territorio mantenga intatta la propria competitività, ad appellarci ai Comuni e nella loro discrezionalità di applicazione dell’IMU, affinché tengano in debito conto il contesto generale odierno che vede purtroppo molte imprese in fortissima difficoltà (cosi come confermato dagli ultimi dati dei Centri per l’Impiego e delle stesse organizzazioni Sindacali dei lavoratori)
Evitare che il nostro sistema produttivo sia caricato oltre misura di aumenti d’imposte e tariffe, deve essere una delle principali priorità che le Amministrazioni Locali devono appuntarsi nell'agenda dei propri lavori.
Oltre a questo, vanno poi messi in campo dei correttivi che differenzino l’applicazione di questi aumenti rispetto alle aziende che stanno utilizzando ogni risorsa per rimanere in attività compresa la cassa integrazione in deroga.
Questo dovrebbe valere anche per la tariffa rifiuti prevedendo appunto sgravi tariffari per chi vede ahimè la propria attività ridotta a causa di questa gravissima crisi economica.
Siamo consapevoli dei tagli statali agli enti locali e delle rigidità dei patti di stabilità che di fatto penalizzano tutti i comuni, virtuosi e non. Siamo altresì coscienti che questo stato di cose fa si che si blocchino non solo i futuri investimenti, ma anche i pagamenti delle opere e forniture già effettuate andando così a crescere le sofferenze finanziarie delle imprese.
A ciò si aggiunge purtroppo un mercato quello delle costruzioni che annota anche un altro dato preoccupante, quello riguardante i ribassi delle gare d’appalto che oggi toccano anche il 50%.
Una situazione quella degli affidamenti pubblici che impone una riflessione. E importante che le stazioni appaltanti inizino a verificare le reali congruità delle offerte economiche, e cioè se queste garantiscono realmente il rispetto delle regole contrattuali in essere.
E’ ovvio che le Amministrazioni Pubbliche ricerchino i massimi risparmi, ma in nome del risparmio non si possono accettare offerte che sono fuori da ogni ragionevolezza. L’attenzione dovrebbe essere ancora maggiore se si pensa agli effetti che possono nascere da un affidamento di lavori con prezzi decurtati da sconti, lo ripetiamo, del 50%.
Il primo è quello che l’impresa (è già successo più di una volta) non riesca a completare l’opera. Il che significa per la stazione appaltante allungare i tempi di realizzazione e ovviamente i propri costi.
Un secondo effetto è quello della qualità della realizzazione e dei materiali utilizzati per la sua esecuzione.
Un terzo effetto più nascosto può essere quello di eludere le norme che regolano il lavoro dipendente cui purtroppo si affiancano i “risparmi” sugli apprestamenti concernenti la sicurezza.
Un possibile (certo) quarto effetto è che l’eccessivo sconto sull’importo di base d’asta si scarichi nei confronti di una serie d’imprese sub fornitrici, sia in termini di prezzi, ma soprattutto, sia nelle modalità di pagamento tramite permute con immobili, sia nella tempistica dei pagamenti.
A fronte di questo stato delle cose riteniamo che l’Amministrazione Comunale di Ravenna nella predisposizione del proprio bilancio non si debba limitare, a seppur importanti, approcci ragionieristici su come applicare le nuove imposte e tasse, ma debba creare le condizioni affinché tutta la macchina comunale sia consapevole del grave momento che sta vivendo il mondo della piccola e media impresa.
Chiediamo quindi al Comune di darsi l’obiettivo di creare tutte quelle condizioni che oltre ad agevolare le aziende diamo la sensazione tangibile che l’ente locale è “vicino” al mondo delle imprese.
Per questo motivo occorre che la manovra di Bilancio 2012 sia accompagnata da un’incisiva azione che veda l’impegno di tutte le forse politiche rappresentate in consiglio comunale.
Un’azione politica che ci piacerebbe fosse definita “UN PATTO PER RAVENNA”.
Un patto per Ravenna con l’obiettivo di mantenere la coesione sociale che è stata uno dei punti di forza economica e sociale di questo territorio ed ha permesso di superare dure crisi nel passato. Questo attraverso atti tangibili e che non rimangano solo buoni propositi. In questo particolare momento il sistema dell’impresa deve leggere che “la politica” gli è vicina e che a fronte degli sforzi economici e finanziari almeno vi è un suo concreto impegno.
Occorre passare dalle proposte ai fatti.
Qui di seguito esponiamo un primo contributo di proposte, che certamente non è esaustivo e che sicuramente sarà arricchito grazie all’apporto di tutti il sistema della rappresentanza del mondo dell’impresa.
Le proposte:
• La non applicazione dell’aliquota massima dell’IMU per i locali utilizzati dalle imprese. L’immobile per un’azienda un bene strumentale e va considerato alla pari di un’attrezzatura; non è pensabile che sia tassato come una seconda o terza casa.Vanno inoltre definiti correttivi che differenzino l’applicazione dell’IMU determinando agevolazioni a favore di quelle imprese che usano gli ammortizzatori sociali.
• Ravenna sta concorrendo per essere la Capitale della Cultura Europea. Una candidatura che deve essere sorretta con risorse speciali e non con le poche risorse disponibili tramite l’attuale fiscalità generale o con contributi estemporanei d’imprese e Fondazioni. Il percorso della Candidatura sta mettendo in moto energie ed idee che di fatto stanno ridisegnando il futuro delle città. L’applicazione della Tassa di Soggiorno deve essere vista come lo strumento vero, reale e tangibile per sviluppare i progetti che possano permettere alla nostra città di competere concretamente. Una sorta di positivo investimento per il futuro, da utilizzare esclusivamente per la promozione culturale e turistica del territorio. Quindi i proventi di questa tassa devono essere finalizzati a un fine preciso. Ci rendiamo conto di poter diventare la nota stonata della riviera romagnola, l’unico Comune che la applica, ma questa scelta per la nostra città non va valutata nell’immediato. Siamo l’unica realtà regionale che concorre alla grande sfida della Capitale Europea.
• L’Amministrazione Comunale deve attivarsi nei confronti del sistema bancario affinché i crediti che le imprese vantano dallo stesso Comune non rimangano un problema “solo” delle aziende. La politica si deve impegnare su questo fronte utilizzando tutti i propri strumenti allo scopo di sensibilizzare maggiormente il sistema bancario locale perché supporti le imprese con specifiche linee di credito.
• Dare continuità, rafforzandolo, l’impegno economico a favore dei Confidi e Cooperative di garanzia che, in questi difficili momenti, hanno garantito importantissime disponibilità finanziarie al sistema dell’imprenditoria locale andando a recuperare tutte le risorse possibili.
• Modifiche al Regolamento Urbanistico che agevoli il recupero edilizio e l’ampliamento delle unità immobiliari esistenti evitando di andare a “consumare” ulteriore territorio creando conseguentemente anche nuove opportunità per il risparmio energetico. Alcuni esempi:
- La Legge Regionale sul “Recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti”, norma ora consentita dalla pianificazione comunale solo per gli immobili del centro storico che potrebbe essere estesa a tutto il territorio comunale.
- La norma che vincola gli alberghi non permettendo a strutture ormai obsolete e fuori mercato di modificare la propria destinazione d’uso.
- La modica del regolamento delle aree PIP che riduca consistentemente l’obbligo percentuale di edificazione dei lotti. Dando l’opportunità di utilizzo di queste aree anche ai soli fini di deposito.
Realizzare le modifiche del RUE improntate ai principi di maggiore elasticità, dovrebbero essere concertate e definite in tempi brevi. Qui la “politica locale” si deve impegnare e entro giugno 2012 dare un segno tangibile alle imprese artigiane del settore delle costruzioni (che sono oltre il 40% delle aziende iscritte all’Albo Provinciale Artigiani).
Modifiche al RUE in questo senso andrebbero incrementare le possibili entrate del Comune attraverso nuovi oneri d’urbanizzazione e nuove rendite catastali.
• Moratoria del Piano del traffico di Ravenna. Senza investimenti e quindi senza nuove infrastrutture il Comune si deve impegnare a non compiere modifiche alla viabilità del centro istituendo nuove zone a traffico limitato. Questo soprattutto vale su Piazza Kennedy la cui destinazione deve rimanere a parcheggio pubblico fino a quando non si realizza una concreta, compiuta e credibile alternativa. Il sistema commerciale ed artigianale del centro storico, già duramente provato da questa crisi, dall’aumento delle tariffe e dall’aumento dell’imposizione fiscale locale non può essere ulteriormente penalizzato.
• Revisione di alcuni Regolamenti a costo zero per l’Amministrazione che potrebbero portare sviluppo e nuovi introiti (piadina, segnaletica, arredi, piano della pubblicità).
• Le prime positive azioni sulla lotta all’abusivismo vanno ulteriormente ampliate e rafforzate ricercando strumenti sempre più efficaci per fare cessare attività abusive che purtroppo sono svolte alla luce del sole senza nessuna remora.
• Uffici comunali sempre di più “ergonomici” ai bisogni delle imprese e dei cittadini tramite una maggiore sensibilizzazione dei dipendenti sull’attuale difficile congiuntura. Creare le condizioni per cui tutta la struttura tecnica del Comune abbia la consapevolezza che la professionalità e tempestività nel svolgere i propri singoli compiti è e sarà sempre un valore aggiunto allo sviluppo socio economico del nostro territorio. Inoltre continuare nel positivo lavoro di razionalizzazione del personale e del numero dei dirigenti (25) e delle posizioni organizzative (40) anche alla luce delle risorse assolutamente diverse rispetto a qualche anno fa, per esempio per gli investimenti e manutenzioni. Verificare inoltre con analisi precise la convenienza ad esternalizzare alcuni servizi NON strategici dell’ente.
• Nel capitolo investimenti siamo consci che il patto di stabilità (cui anche noi chiediamo da anni la revisione) ed i tagli a cui sono soggetti i Comuni, producono un livello assolutamente insufficiente di risorse in grado a malapena di operare con manutenzioni ordinarie del patrimonio pubblico. Anche nello stabilire l’ordine delle priorità di questi interventi crediamo però che l’Amministrazione debba operare con una necessaria valutazione di costi/benefici degli interventi. Per esempio segnaliamo a nostro avviso la Priorità ai lavori di consolidamento sulla via Romea Nord dei ponti sugli scoli Valtorto e via Cupa che consentano il traffico dei mezzi pesanti al principale accesso dell’Area Bassette. Il divieto di transito ai veicoli aventi una massa a pieno carico superiore alle 15 tonnellate, con allungamenti di percorsi e conseguenti disagi alle imprese della zona oltreché ovviamente alle imprese di autotrasporto, nonché una arteria fondamentale di collegamento della città e del porto verso il nord/est del paese. Le imprese insediate nell'Area Artigianale Bassette sono un'importante tassello dell'economia del nostro territorio che non può rimanere privo di collegamenti diretti, pena gravissimi danni alla competitività delle aziende ravennati.
CONCLUSIONI
Proponiamo quindi all’Amministrazione un vero e proprio patto per mantenere coeso e competitivo il nostro territorio.
Un patto dove ognuno deve fare la propria parte e contribuire a questa difficile situazione secondo le proprie possibilità.
Il mondo dell’artigianato e della piccole e media impresa ha sostenuto la nostra economia fin da metà degli anni 90 dopo la crisi dei grandi gruppi seguendo la differenziazione dell’economia che rimane uno dei nostri punti di forza.
Non ci siamo mai tirati indietro quando si è trattato del nostro territorio dove lavorano e vivono i nostri imprenditori.
Abbiamo in questi anni affiancato, proposto e sostenuto progetti con la stessa Amministrazione contribuendo , a nostro avviso, alla crescita complessiva del territorio.
Ora però è necessario un vero salto di qualità. In primis da parte della Pubblica Amministrazione, attraverso un’ulteriore razionalizzazione della propria organizzazione, dall’altra avendo il coraggio sia di agire su tutte le leve fiscali a disposizione per “fare” il bilancio, sia di contribuire con le proprie scelte a dare un supporto al sistema dell’impresa locale.
Il servizio sulla conferenza stampa realizzato da Ravenna Web Tv:
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