IL LAVORO ABUSIVO AVVELENA LA SOCIETA', FERMIAMOLO INSIEME

News / Ufficio sindacale - venerdì 15 feb 2013 | A cura dell'Ufficio Stampa


Confartigianato e Cna della provincia di Ravenna hanno organizzato, lo scorso mercoledì 13 febbraio, una 'giornata contro l'abusivismo'. Nel corso sella serata si sono svolti, in contemporanea, quattro incontri sul territorio, molto partecipati, nel corso dei quali Associazioni ed imprenditori hanno incontrato e dialogato con i Sindaci, Assessori ed i Comandanti delle Polizie Municipali, allo scopo di sensibilizzare Istituzioni ed opinione pubblica contro il dilagare di un fenomeno che ha assunto dimensioni allarmanti e interessa trasversalmente tutti i principali settori economici.
Combattere l’abusivismo significa principalmente  stare al fianco degli imprenditori che svolgono la loro attività nel rispetto delle regole, garantendo così anche i consumatori.
Combattere l’abusivismo è anche far crescere la cultura del diritto.
L’opinione pubblica in questi anni ha dato molto risalto alle verifiche amministrative, sanitarie, ambientali e fiscali che i vari Organi di vigilanza hanno fatto nei confronti delle imprese. Poco spazio invece per il contrasto all’abusivismo.
Chi svolge un’attività abusiva non ha i requisiti minimi di professionalità, non esegue un lavoro a regole d’arte e mette a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini, non paga le tasse, non versa contributi, non rispetta i contratti di lavoro né le leggi sull’ambiente, espone a rischi chi si avvale dei suoi servizi ed esercita una forma di concorrenza sleale nei confronti delle tante imprese che operano nella legalità, mettendo a rischio la loro sopravvivenza. L’abusivismo va fermato, immediatamente!
Con questa prima giornata contro l’abusivismo, Cna e Confartigianato, hanno fatto una scelta chiara e concreta aprendo un primo confronto con i Sindaci e i Comandanti delle Polizie municipali dei Comuni più rappresentativi della nostra provincia: Ravenna, Faenza, Lugo, Cervia.

Il primo obiettivo è quello di coinvolgere sempre di più le Amministrazioni locali sul terreno della prevenzione e del contrasto al fenomeno in quanto soggetti istituzionali più vicini al territorio e, quindi, in grado di presidiarlo al meglio. In questo contesto riveste un ruolo fondamentale e strategico la Polizia Municipale.

Confartigianato e Cna rinnovano l’impegno in termini operativi per garantire lo svolgimento delle attività di segnalazione degli abusivi agli organismi competenti affinchè vengano svolti i controlli, a supportare in ogni modo e forma possibile le aziende e, contemporaneamente, a svolgere nuove e più efficaci iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema. Occorre intervenire con forza per prevenire e combattere il fenomeno.

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Questa la relazione che ha aperto gli incontri, alla quale sono seguiti decine di interventi degli imprenditori partecipanti:

Una giornata di mobilitazione contro l’abusivismo organizzata da CNA e Confartigianato: oggi mercoledì 13 febbraio 2013.
Quattro iniziative in contemporanea sul territorio.
Quattro momenti importanti di confronto con le Istituzioni locali per parlare dei problemi che riguardano oggi l’impresa.
Ma non vogliamo fermarci qui.
Intendiamo infatti far sì che questa nostra giornata di mobilitazione non si esaurisca questa sera  ma prosegua nel tempo, si consolidi come prassi usuale che tenga contro dell’esigenza di trasmettere con forza questo messaggio a tutti coloro che credono fermamente nella legalità e nel rispetto delle regole.
Il titolo che abbiamo scelto per questa nostra iniziativa è molto semplice e   chiaro: “Il lavoro abusivo avvelena la società, fermiamolo insieme”.
Non è un semplice slogan, ma la concreta testimonianza di un impegno costante nel tempo che ha visto le due Associazioni protagoniste già a partire dai primi anni novanta con la creazione, prima esperienza in Italia, dell’osservatorio provinciale contro l’abusivismo che ebbe la sua genesi all’interno dell’allora Commissione Provinciale dell’Artigianato .
Con questa iniziativa CNA e Confartigianato vogliono rinnovare il loro impegno a sostegno dei diritti delle imprese e dei cittadini.
Combattere l’abusivismo per noi significa principalmente  stare al fianco degli imprenditori che svolgono la loro attività nel rispetto delle regole, garantendo così anche i consumatori.
Combattere l’abusivismo è anche far crescere la cultura del diritto. L’opinione pubblica in questi anni ha dato molto risalto alle verifiche amministrative, sanitarie, ambientali e fiscali che i vari Organi di vigilanza hanno fatto nei confronti delle imprese. Poco spazio invece ha avuto il contrasto all’abusivismo.
Giustamente ci dobbiamo scandalizzare quando apprendiamo dalla stampa che imprenditori non stanno dentro le regole, ma parimenti dovremmo gli stessi sentimenti per chi opera abusivamente.
Ahimè non è purtroppo così. Se per molti l’artigiano che non fa la ricevuta è un ladro, per gli stessi l’abusivo che va un lavoretto a casa propria è una persona da aiutare.
Non è così, dobbiamo cambiare radicalmente questo modo di pensare.

Chi svolge un’attività abusiva non ha i requisiti minimi di professionalità, non esegue un lavoro a regole d’arte e mette a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini, non paga le tasse, non versa contributi, non rispetta i contratti di lavoro ne le leggi sull’ambite, espone a rischi chi si avvale dei suoi servizi ed esercita una forma di concorrenza sleale nei confronti delle tante imprese che operano nella legalità, mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
L’abusivismo va fermato, immediatamente!
Riteniamo, inoltre, fondamentale che la lotta si concentri  principalmente contro quelle forme di “evasione totale” ovvero verso quelle attività che vengono definite “fantasma” , del tutto sconosciute al fisco  che operano nel completo ed evidente disprezzo delle regole e in un regime di assoluta evasione fiscale.
I controlli pertanto vanno intensificati, e quando ci sono tante attività invisibili al fisco che continuano a lucrare senza pagare tasse e contributi, senza il rispetto della sicurezza e delle norme più elementari, non è giusto accanirsi verso i soggetti che operano alla luce del sole  e che, soprattutto in questa fase di grande crisi, non riescono a sostenere una pressione fiscale sempre più forte e che ha toccato livelli mai raggiunti prima d’ora.
Con questa prima giornata contro l’abusivismo, CNA e Confartigianato, hanno fatto una scelta chiara e concreta  aprendo un primo confronto con i Sindaci e i Comandanti delle Polizie municipali dei Comuni più rappresentativi della nostra provincia: Ravenna, Faenza, Lugo, Cervia.
Il nostro primo obiettivo è quello di coinvolgere sempre di più le Amministrazioni locali sul terreno della prevenzione e del contrasto al fenomeno in quanto soggetti istituzionali  più vicini al territorio e quindi in grado di presidiarlo al meglio.
In questo contesto può rivestire un ruolo fondamentale, strategico, la Polizia Municipale.
Da parte nostra, come Associazioni, rinnoviamo l’impegno in termini operativi per garantire lo svolgimento delle attività di segnalazione degli abusivi agli organismi competenti a svolgere i controlli.
Rinnoviamo, inoltre, l’impegno per supportare  in ogni modo e forma possibile le imprese e, contemporaneamente l’impegno a svolgere  iniziative per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Occorre intervenire con forza per prevenire e combattere il fenomeno!
Ce lo chiedono le imprese, che non riescono a sopportare più, oltre al peso della crisi, quello della concorrenza sleale.
I dati economici li conosciamo tutti.
Basta accendere la televisione ed ecco che ogni giorno viene commentato un nuovo bollettino di guerra.
Pochissimi l’avevano immaginato, ancora in meno l’avevano detto, e cioè che questa crisi avrebbe avuto effetti pesantissimi sul tessuto economico.
Anzi chi aveva lanciato qualche segnale di allarme sui possibili pericoli derivati dall’eccessiva finanziarizzazione dell’economia era stato emarginato e considerato poco credibile e affidabile.
Ma i danni provocati all’economia reale propria dall’eccessiva finanziarizzazione dell’economia sono stati devastanti, sono andati otre le previsioni più funeste, e purtroppo non sono ancora finiti visto che anche il 2013 si preannuncia come un anno molto difficile per le imprese.
Il nostro tessuto economico risulta pesantemente colpito e sta soffrendo addirittura più della media nazionale.
I dati espressi dalla regione Emilia Romagna sono inequivocabili.
E sul piano nazionale se vogliamo parlare di macroaree,  per quanto riguarda le dinamiche di sviluppo imprenditoriale,  chi sta peggio è proprio il Nord Est che ha come principale motore economico il segmento dell’impresa diffusa.
Tutti gli indicatori economici confermano la profondità e la drammaticità della crisi che sta attraversando il nostro paese.
Una crisi che non fa sconti e che continua a colpire indistintamente tutti i territori e tutti i settori.
Artigianato, commercio, servizi e più in generale tutto il segmento dell’ impresa diffusa, che vivono prevalentemente di domanda interna, sono i settori più colpiti.
Non è un caso che nel 2012 in Italia ha chiuso una impresa al minuto!
Un dato terribile che deve farci riflettere attentamente.
Perché le imprese che noi rappresentiamo sono il luogo dove si crea ricchezza e nuova occupazione anche in tempi di crisi, quindi se questo luogo si indebolisce drasticamente contemporaneamente vengono meno le concrete prospettive di crescita del Paese.
Se, come Associazioni abbiamo apprezzato l’operato del governo Monti quando ha messo in sicurezza i conti pubblici consentendo all’Italia di recuperare fiducia e credibilità a livello internazionale, siamo invece stati critici quando abbiamo fatto i conti sui prezzi da pagare:
• impennata della pressione fiscale,
• pesanti effetti recessivi,
• reddito procapite delle famiglie che è tornato ai livelli di 27 anni fa, cioè al 1986.
E’ evidente che con una pressione fiscale oltre al 56% per i contribuenti in regola,  una burocrazia che richiede ad ogni impresa 120 adempimenti fiscali e amministrativi all’anno e un sistema del credito che solo nell’ultimo anno ha ridotto di 32 miliardi l’erogazione di finanziamenti alle aziende, il nostro sistema imprenditoriale continua a rimanere sull’orlo del baratro.
Tornare a crescere questo è l’obiettivo prioritario!
Tenere insieme dinamicità dell’export e la tonicità della domanda interna e conciliare politica industriale con politiche per l’artigianato e per i servizi.
Questo è il messaggio che rivolgiamo oggi alla politica: ripartire dalle imprese legate al territorio, da quel tessuto produttivo che non si rassegna, che si è messo in discussione e ha saputo innovare.
Chiediamo, quindi, di aprire una nuova stagione di dialogo, a tutti i livelli,  che metta al centro delle politiche economiche della prossima legislatura le istanze dell’artigianato e della piccola impresa.
Lo abbiamo fatto qualche giorno fa , su tutto il territorio nazionale  come Rete Imprese Italia.
Con la consapevolezza che, se vogliamo far riprendere gli investimenti sul territorio, occorre un allentamento dei vincoli del patto di stabilità per gli Enti Locali virtuosi.
Noi pensiamo che ci sia una importante questione collegata alle grandi e strategiche infrastrutture territoriali (in primis per Ravenna il Porto e i collegamenti, in particolare la E55)  ma rimane  sempre aperta anche una grande  questione collegata ai piccoli investimenti locali che da sempre hanno rappresentato un importate volano per lo sviluppo del territorio e in particolare del segmento della piccola impresa.
Senza una revisione del patto di stabilità, almeno per gli enti locali virtuosi, è impossibile pensare ad una loro ripresa.
Serve, infine, un rinnovato senso di responsabilità che chiama in causa in primis politica e istituzioni, ma anche il ruolo delle rappresentanze sociali ed economiche per affrontare e risolvere tre grandi problemi : fisco, credito e burocrazia, che per tante imprese sono stati la causa della chiusura dell’attività.
Abbiamo già ricordato quanto è diventato pesante il prelievo fiscale oggi nel nostro Paese e rispetto a questo dato purtroppo dobbiamo registrare quanto sia stato pesante l’ incremento della pressione fiscale locale.
Pertanto oggi chiediamo ai Comuni del nostro territorio di avviare un reale e costruttivo confronto con le rappresentanze del mondo dell’impresa affinché le politiche sulla fiscalità locale e più in generale quelle delle tariffe dei servizi locali, siano il principale tema da affrontare nella predisposizione dei prossimi bilanci comunali.
Questa nostra richiesta assume oggi una maggiore rilevanza in considerazione del fatto che i Comuni di Ravenna dovranno determinare le regole e le tariffe per l’applicazione della TARES, la nuova tassa che ricomprenderà, oltre la tariffa rifiuti, i cosiddetti servizi indivisibili (sicurezza, gestione delle strade e illuminazione).
Una nuova tassa che ci preoccupa molto per l’eccessivo onere che avrà nei confronti dell’impresa.
Da una prima stima, se le Amministrazioni Comunali non apporteranno i  correttivi regolamentari di propria competenza, le imprese del nostro territorio registreranno aumenti medi oltre il 30%.
In un momento così pesante per l’economia, dove nelle cosiddette fasce deboli sono entrate moltissime imprese e piccoli imprenditori, i poteri decisionali sulle tariffe e sulle imposte in capo agli Enti Locali, devono essere valutati attentamente ricercando sempre di più un’applicazione la più equilibrata ed equa possibile.
Per questo motivo CNA e Confartigianato ritengono che sia arrivato il momento che il Comune avvii una “programmazione” pluriennale del prelievo fiscale locale che ricerchi maggiore equilibrio tra i vari tributi (IMU, TARES, Tassa di Soggiorno, Irpef).
L’obiettivo comune riteniamo debba essere quello di un reale contenimento della pressione fiscale da realizzare anche andando a rivedere, se necessario, in modo strutturale la spesa corrente.
La pressione fiscale per il sistema dell’impresa ha già superato ogni limite, occorre pertanto individuare soluzioni a questo problema che, unitamente a credito e burocrazia, ha rappresentato una delle cause principali per la chiusura dell’attività di tante imprese.
I dati del Registro Imprese della nostra Provincia confermano purtroppo questa nostra ultima affermazione.
Il 2012, anche se non sono ancora disponibili i dati definitivi  di chiusura di fine anno rispetto all’andamento delle iscrizioni e delle cancellazioni delle imprese,  probabilmente sarà ricordato come uno degli anni più difficili proprio in riferimento alla tenuta imprenditoriale e alla tenuta occupazionale.
A fine anno oltre 400 aziende mancavano all’appello al Registro Imprese, circa la metà sono artigiane e con le previsioni del 2013 il dato è destinato a peggiorare ulteriormente.
In termini occupazionali riscontriamo un ricorso agli ammortizzatori sociali estremamente diffuso.
Ad ulteriore riprova che questa crisi che non sta risparmiando nessuno sta colpendo prevalentemente il segmento dell’impresa diffusa.
Oggi, dobbiamo pertanto riannodare alcuni fili, ripartire dal confronto costruttivo per affrontare al meglio situazioni complesse e articolate e per tracciare nuove strategie di sviluppo.
Perché, come ha detto, in estrema sintesi,, il Censis alla presentazione del suo rapporto sulla situazione sociale del Paese riferita al 2012: l’Italia è alla prova della sopravvivenza, ma Istituzioni e soggetti sociali sono ancora “separati in casa”.
Hanno attuato una parallela discontinuità.
Da parte istituzionale con le politiche del rigore, da parte dell’economia e della società attraverso concrete strategie di riposizionamento, anche scontando sacrifici e restrizioni derivanti dalle politiche del rigore .
Ma deve ancora scattare la cosiddetta “magia dello sviluppo” fatta da governo, imprese e cittadini.
In buona sostanza dalla politica, dall’economia e dalla società.
Di questo c’è bisogno oggi, senza dovere necessariamente incrociare pericolose derive  oligarchiche da una parte e populiste dall’altra.

La Proposta
Chiediamo alle Istituzioni azioni concrete, una volontà forte e determinata nel combattere l’abusivismo; riteniamo un obiettivo possibile mettere fine a situazioni che sono inaccettabili quando tutte le imprese sono chiamate a rispettare una miriade di regole ed a sottostare ad una pressione fiscale insostenibile. La formula vincente può essere una sola: la determinazione e la stretta collaborazione tra tutti i soggetti interessati, gli operatori del settore, le Associazioni imprenditoriali e le Amministrazioni pubbliche.
Per raggiungere questo obiettivo è importante definire in modo formale un impegno tra tutti gli attori coinvolti attraverso la firma di un Protocollo di intesa tra Associazioni, Camera di Commercio e Comuni della Provincia di Ravenna con il preciso compito di definire ambiti, modalità e strumenti per la lotta all’abusivismo con particolare attenzione e priorità ai settori della :
• Acconciatura ed estetica
• Autotrasporto
• Settore delle costruzioni (Impiantistica e i mestieri affini)
• Officine automobilistiche e motoristiche
Il Protocollo d’intesa deve essere immaginato come un “progetto pilota” che, formalizzando percorsi burocratici – amministrativi, deve realizzare le condizioni per  combattere il fenomeno dell’abusivismo, portando alla luce del sole persone che svolgono attività di impresa senza alcuna autorizzazione, senza requisiti professionali e senza pagare imposte, tasse ed oneri previdenziali minano alla base la possibilità di superare la crisi e svilupparsi alle aziende che “onestamente” rispettano le regole; il Protocollo deve definire in modo chiaro il ruolo e gli strumenti che le Amministrazioni comunali devono mettere in campo per realizzare una concreta lotta alla piaga dell’abusivismo nel nostro territorio.
Su questo versante un ruolo importante può svolgerlo la Polizia Municipale, attraverso i nuclei “attività produttive e commercio”: attraverso un lavoro di verifica della veridicità delle segnalazioni, ricevute online o tramite un apposito numero verde,  anche con appostamenti investigativi, possono immediatamente applicare le sanzioni previste dai regolamenti comunali e procedere rapidamente e sulla base di elementi di oggettività già in loro possesso effettuare la segnalazione alla Guardia di Finanza ed all’Agenzia delle Entrate per le ulteriori azioni di indagine amministrativa e giudiziaria.
Importante è l’azione svolta nell’ultimo anno dall’arma dei Carabinieri che attraverso il Comando Provinciale ha interessato i presidi locali che spesso sono intervenuti con successo contro le attività abusive.
Oltre che sul versante delle istituzioni, occorre coinvolgere i consumatori, attraverso la realizzazione di una campagna di sensibilizzazione contro l’abusivismo che da un lato informi i cittadini rispetto ai pericoli cui si va incontro rivolgendosi ad operatori non in possesso dei regolari requisiti professionali o acquistando merci e servizi di dubbia provenienza e dall’altro sostenga e valorizzi l’operato, i servizi ed i prodotti delle imprese regolari che faticosamente ma onestamente ogni giorno aprono i cancelli delle aziende o alzano le serrande delle “botteghe”.
 

 

Archivio: MERCOLEDI 13 FEBBRAIO: GIORNATA CONTRO L’ABUSIVISMO 

 

Nal PDF allegato il manifesto esposto nelle officine del comparto moto della provincia di Ravenna


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