PERIMETRI E TENDENZE DEGLI #ARTIGIANINFLUENCER. IL REPORT CONFARTIGIANATO

News / Varie - martedì 14 nov 2023 alle 08:52 | A cura dell'Ufficio Stampa


Si è svolta a Roma, nei giorni scorsi, una convention nazionale di Confartigianato organizzata per disegnare nuove traiettorie di sviluppo dei settori dell’artigianato e delle piccole imprese, all’interno delle quali tutti, nelle proprie specificità, sono chiamati ad esercitare un inedito ma fondamentale ruolo di ‘artigianinfluencer’ per condizionare positivamente il cambiamento ed essere protagonisti delle grandi trasformazioni che attraversano l’economia e la società.

Nel corso della prima giornata della Convention, alla quale ha partecipato anche una delegazione in rappresentanza di Confartigianato della provincia di Ravenna, il Responsabile dell'Ufficio Studi nazionale Enrico Quintavalle ha presentato il report ‘Perimetro e tendenze degli #artigianinfluencer’, che presenta e raccoglie spunti interessanti e spesso sottovalutati.

Partendo dalla definizione di influencer, il lavoro delinea un ampio set di keywords del ‘valore artigiano’, misurate da specifiche evidenze ed analisi statistiche, di cui ne richiamiamo alcune.

I quattro laboratori e le relazioni tra imprese
Nel perimetro dei quattro laboratori della Convention dedicati a Manifattura italiana, Costruire 5.0, Mobilità al 2050 e Bellessere ricadono 2,6 milioni di imprese, caratterizzate da un fitto reticolo di relazioni: oltre la metà (52,6%) delle imprese intrattiene relazioni – tra cui commessa, subfornitura e altri accordi formali – con una maggiore diffusione nei principali settori dell’artigianato. La capacità di attivare relazioni di collaborazione produttiva si accompagna a una migliore performance aziendale: sono proprio le imprese di minore dimensione che mostrano la maggiore crescita della produttività del lavoro quando stringono relazioni con altri soggetti.
Si intensificano le relazioni intersettoriali in alcuni segmenti trasversali del sistema produttivo: l’offerta di beni e servizi interessati dalla domanda turistica, la filiera della casa, i beni e servizi per lo sport, i servizi digitali e la filiera dei macchinari, l’economia circolare che lega manifattura e servizi di gestione dei rifiuti, della riparazione, del riciclo e del riuso, la complessa matrice settoriale dell’artigianato artistico, i prodotti e i servizi per gli impianti di energia da fonti rinnovabili.

Un perimetro dinamico in un mondo in trasformazione
Le imprese e i settori si relazionano su mercati, locali e globali, in continua trasformazione, fronteggiando una realtà caleidoscopica.
A fronte di una selettività di lungo periodo del sistema imprenditoriale si osserva una crescita dimensionale delle imprese. In un contesto caratterizzato dal ristagno del numero totale delle imprese, sale l’occupazione e di conseguenza la dimensione media aziendale, una tendenza confermata anche nelle imprese artigiane con dipendenti.

Cavalcare i trend di crescita
Nel secolo dell’incertezza l’economia italiana è caratterizzata da un basso dinamismo e una più elevata frequenza di cicli recessivi. In controtendenza, alcune variabili delineano trend di forte crescita, che con molta probabilità si consolideranno nel futuro: i flussi turistici, il valore dell’economia digitale, gli investimenti delle imprese e le esportazioni. Nel report di Confartigianato si evidenzia che le imprese italiane hanno associato alla crescita quantitativa delle vendite all’estero una offerta di prodotti del made in Italy di qualità crescente. Nell’arco di cinque anni (2018-2023) il valore medio unitario dell’export manifatturiero, al netto dell’energia, è salito del 40,6% rispetto al 2018, il doppio rispetto al +19,8% dei prezzi alla produzione sui mercati esteri (+20,8 punti percentuali), confermando la crescita della qualità intrinseca dei prodotti del made in Italy, fenomeno caratterizzato da un migliore design, una più alta qualità delle materie prime e l’introduzione di nuove funzionalità, tutti risultati dei processi di innovazione e ricerca intrapresi dalle imprese.

Digitale e comunicazione
L’influencer lega il successo alla presenza sui social e sui media. Si diffonde un crescente utilizzo dei social da parte delle imprese, con l’Italia che colma il tradizionale ritardo digitale, allineandosi alla media europea. Nel 2021 il 54,8% delle piccole imprese italiane utilizzano almeno un social network, non distante dal 56,0% della media dell’Ue 27, e in aumento di 18,4 punti nell’arco di sei anni.

La moda... fa moda: Italia leader in 74 settori
L’Italia è leader europea nel settore della moda. Ma questo primato non è l’unico: nell’ambito di oltre cinquecento settori produttivi l’Italia è il primo paese in Ue a 27 per occupati delle imprese in 74 settori che complessivamente registrano 2,2 milioni occupati: si tratta di 43 settori della manifattura delle costruzioni e 31 settori nei servizi. In quest’ultimo macrosettore, per cui l’Italia è la terza economia europea, si aggiungono ulteriori 51 cluster dei servizi in cui l’Italia è al secondo posto.

Il futuro, le sfide
Il sistema delle imprese italiane si sta dirigendo verso un futuro dai tratti incerti, caratterizzato dalle sfide dell’utilizzo di Intelligenza Artificiale (IA), robotica e della riduzione dell’impatto sull’ambiente delle attività aziendali. Un quarto dell’occupazione nelle imprese è in settori esposti a rischio automazione, mentre su oltre un terzo dei lavoratori italiani impattano in modo significativo i sistemi di IA. I segnali di reattività sono evidenti. L’Italia è tra i paesi in cui è più diffuso uso dei robot nelle piccole imprese. L’uso delle competenze imprenditoriali si integra con gli strumenti offerti dall’IA, che diventa Intelligenza Artigiana. Le elaborazioni dell’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia contenute nel Rapporto 2023 indicano che per un imprenditore che percepisce un pericolo dallo sviluppo di sistemi di IA, tre prospettano delle opportunità.


Piccole imprese che utilizzano i social network in Italia e Unione Europea

2015, 2017, 2019, 2021, % sul totale imprese 10-49 addetti – Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


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