CHI PAGA IL CONTO DELLE BANCHE IN CRISI?

News / Credito e incentivi - lunedì 28 set 2015 | A cura dell'Ufficio Stampa


Dal 2016, azionisti, obbligazionisti e correntisti dovranno farsi carico dei salvataggi. E' stata recepita anche dall’Italia, il 2 luglio scorso, la direttiva Europea in materia di Regole per la gestione delle banche (BRRD).
 
La normativa, che di fatto è già in vigore, prevede una rivoluzione della gestione delle crisi bancarie che, d’ora in poi saranno a carico nell’ordine degli azionisti, dei titolari di titoli subordinati, degli titolari di obbligazioni e altre passività ammissibili e dei titolari di depositi per l’importo eccedente €.100.000.
BAIL IN, un termine ai più sconosciuto, che significa “salvataggio interno” di una banca. Il termine, si contrappone al BAIL OUT, “salvataggio esterno” e indica un netto cambiamento di rotta nella gestione delle crisi bancarie.
 
Finora, il risanamento delle banche in crisi, è sempre ricaduto sulla collettività, attraverso l’intervento degli stati o del fondi pubblici europei.
Con l’aggravarsi della crisi, sia negli USA, sia in Europa si è affermata l’idea di coinvolgere gli investitori privati per non far ricadere sulla collettività il costo dei default bancari.
Il legislatore europeo, ha adottato il cosiddetto “approccio legale” al BAL IN, per cui queste misure sono applicabili anche agli strumenti già emessi e già in possesso degli investitori.
 
E’ dunque necessario fare estrema attenzione ai rischi di alcune tipologie di investimento al momento della sottoscrizione. Alla clientela al dettaglio, meno esperta, dovrebbero essere offerti innanzitutto certificati di deposito coperti dal Fondo di Garanzia (fino a €. 100.000), che sono esclusi dal BAL IN al contrario di quanto accade per le obbligazioni.
 
Il BAL IN prevede che il coinvolgimento dei clienti della banca avvenga seguendo l’ordine di priorità sopra indicato, quindi innanzitutto sarà risotto o azzerato il valore delle azioni, poi se non sarà sufficiente, si interverrà sulle obbligazioni e solo per ultimi saranno coinvolti i depositanti per gli importi che eccedono i 100.000 euro.
 
In futuro e sempre con maggiore frequenza, anche i clienti dovranno imparare a valutare la propria banca, per tentare di comprendere se si tratti di una banca solida o potenzialmente a rischio.

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