News / Paghe e consulenza del lavoro - mercoledì 12 set 2012 | A cura dell'Ufficio Stampa
I datori di lavoro che vogliano portare a casa la sanatoria dei lavoratori extracomunitari irregolari dovranno mettere mano al portafoglio: questo, in estrema sintesi, il senso di di un articolo comparso sul quotidiano Il Sole 24 Ore di ieri, martedì 11 settembre, a commento alla sanatoria extracomunitari 2012.
A parte il rispetto dei presupposti soggettivi che datore di lavoro e lavoratore devono possedere nonché il vincolo minimo circa la presenza in Italia del soggetto extracomunitario, quello che peserà maggiormente sarà senza dubbio il capitolo dei costi.
All'atto della convocazione presso lo sportello unico e ai fini della stipula del contratto di soggiorno, infatti, sarà richiesto al datore di lavoro di dimostrare una serie di adempimenti: il pagamento della "tassa d'ingresso" dei 1.000 euro, la regolarizzazione della posizione contributiva e fiscale del lavoratore, la prova del pagamento della retribuzione, che in caso contrario andrà versata o integrata per l'intero rapporto di lavoro o comunque per un periodo non inferiore a sei mesi.
Sempre secondo il noto quotidiano economico, nel complesso, compreso il forfait di 1.000 euro, si parla di cifre che oscillano da 1.700 euro (per una colf a 20 ore alla settimana) fino a superare gli 8mila in altri casi.
Tra i passaggi necessari per una corretta gestione della pratica, infatti, possiamo riportare: l’individuazione del Ccnl riferito alla specifica fattispecie lavorativa, la qualifica e il livello di inquadramento del lavoratore, da cui deriva l'applicazione delle relative tabelle paga. Si ricorda che la retribuzione deve essere commisurata a rapporti di lavoro a tempo pieno, tranne che per le colf, dove è possibile la stipula di contratti part-time.
Occorre, poi, aggiungere la prova di aver corrisposto la retribuzione all'immigrato, calcolata dalla data di inizio del rapporto, dando conto dell'avvenuto pagamento tramite un'«attestazione redatta congiuntamente al lavoratore». Se il datore - durante il periodo "in nero" - ha corrisposto importi inferiori, dovrà provvedere a erogare le differenze prima della convocazione.
Si ricorda che, se vengono fornite allo Sportello unico dichiarazioni mendaci, la condotta può essere punita con le connesse conseguenze di legge e il permesso di soggiorno eventualmente rilasciato sarà revocato.
Altro capitolo è quello inerente i contributi: per le aziende ci si dovrà attenere alle tabelle contributive Inps riferite allo specifico settore e calcolare le somme dovute per il periodo di lavoro oggetto di emersione. Queste dovranno essere dimostrate attraverso l'esibizione delle denunce telematiche (Uniemens o Dmag per il settore agricolo) o dei Mav nel caso del lavoro domestico.
Il pagamento di queste somme da parte delle aziende, insieme alla contribuzione alle Casse edili (ove dovuta), formerà oggetto del Durc, richiesto direttamente dallo sportello unico a verifica della correttezza dei pagamenti. Infine, occorrerà versare le ritenute fiscali sugli emolumenti corrisposti, entro il prossimo 16 novembre.
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti invitiamo gli imprenditori associati a contattare gli uffici del servizio Paghe eConsulenza del Lavoro
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