APPROVATO IL BILANCIO 2012 DI UNIFIDI EMILIA ROMAGNA

News / Credito e incentivi - giovedì 16 mag 2013 | A cura dell'Ufficio Stampa


Nel corso di un incontro svoltosi a Bologna martedì 14 maggio, diventato un vero e proprio momento di riflessione sul credito alle imprese, sono stati presentati i "numeri" di Unifidi relativi al 2012, nei quali si evidenzia in particolare come la base sociale sia ormai eterogenea e riguardi le piccole e medie imprese artigianali e industriali ma vi siano ottimi numeri nei settori del commercio e dell’agricoltura. Un patrimonio di settanta milioni in crescita nonostante il momento di difficoltà generale è un segnale positivo importante.
Novemila aziende emiliane romagnole nel 2012 hanno risposto alla stretta creditizia attraverso lo strumento di Unifidi. Il più grande confidi emiliano romagnolo, tra i primissimi in Italia per finanziamenti e soci con ben 77.000 imprese aderenti.
Non si è fermato il flusso di operazioni di finanziamento verso tutte le imprese. Ben 750 milioni di operazioni erogate nel 2012 a 9 mila imprese sono un segnale evidente di attaccamento al territorio nel momento più difficile.
Il calo dei fatturati, nell’accesso al credito acuita nelle zone colpite dal sisma hanno dimostrato la grande capacità di fare sistema per intervenire senza indugio a sostegno delle imprese in difficoltà, ma anche l’accompagnamento per investimenti verso i mercati esteri e il sostegno alle imprese che investono nella green economy sono l’altra parte del nostro sistema produttivo emiliano romagnolo che non vuole arrendersi.
Negli ultimi 12 mesi, Unifidi con il supporto della Regione Emilia Romagna e del Fondo Europeo degli Investimenti (FEI) ha finanziato più di mille aziende localizzate nei comuni colpiti dal sisma per circa 90 milioni di finanza erogata, per le prime esigenze di liquidità e per gli interventi strutturali di ricostruzione, messa in sicurezza degli immobili, riavvio della produttività.
'Unifidi è un miracolo della laboriosità dell’impegno e della lungimiranza di tante persone – ha detto il presidente di Unifidi Capatti – la crisi sta mettendo a dura prova le nostre capacita, l’Europa si sta piegando sulle regole. Chiediamo un’inversione di scelta nelle politiche. Unifidi nei primi mesi del 2013 sta registrando un forte aumento delle richieste di garanzia. Chiediamo nuove risorse e sentiamo la sensibilità della Regione per sostenere il nostro mondo. Apprezziamo la volontà di razionalizzare gli interventi per i Confidi, verso i soggetti più strutturati e il modo di abbinare razionalizzazione degli interventi e investimento pubblico a favore delle imprese.>'
Il direttore generale Unifidi Menozzi, ha presentato i numeri del 2012, dove si evidenzia in particolare come la base sociale sia ormai eterogenea e riguardi le piccole e medie imprese artigianali e industriali ma vi siano ottimi numeri nei settori del commercio e dell’agricoltura. Un patrimonio di settanta milioni in crescita nonostante il momento di difficoltà generale è un segnale positivo importante.
Il segretario di Unioncamere, Girardi, ha evidenziato l’importanza del ruolo Unifidi. Oggi è protagonista di un percorso di ristrutturazione accompagnato dal sistema camerale regionale che ha apportato importanti risorse a sostegno del ruolo dei confidi e per limitare i danni di questa crisi.
Le associazioni di riferimento hanno lanciato forte il loro messaggio, ponendo l'accento sul fatto che Unifidi sia nato nel peggior momento della crisi e quante imprese non avrebbero avuto un domani senza il confidi unitario. La soddisfazione però non può far passare in secondo piano la necessità, oggi, di nuove strategie per il futuro, e chiedendole a Unifidi, al sistema camerale e alla Regione.
Da parte della Confartigianato dell'Emilia Romagna è stato evidenziato come le piccole imprese abbiano meno credito nonostante le insolvenze siano decisamente più basse rispetto alle medie e grandi imprese. C'è invece bisogno che si vedano i confidi come strumento della politica industriale nazionale, attraverso un ripensamento dei regolamenti del Fondo Centrale di Garanzia e delle normative di vigilanza della Banca d’Italia.
Particolarmente apprezzato l’intervento di Fabio Petri, Presidente di Fedart Fidi, che raggruppa 130 confidi d’emanazione artigiana in tutta Italia, che ha illustrato le peculiarità eccellenti di Unifidi rispetto ad un panorama nazionale più preoccupante: 'la strada da percorrere è l’aggregazione dei confidi in soggetti più strutturati in un contesto di intersettorialità. L’Emilia Romagna è un sistema virtuoso che ha compiuto scelte importanti e giuste. Le sfide sono difficili ma l’Italia guarda a questa regione come un laboratorio d’idee fondamentale per costruire il futuro del mondo dei confidi e delle imprese italiane.'
Ha chiuso l'incontro l’assessore regionale delle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, per il quale 'dobbiamo cambiare il rapporto tra banche e piccole imprese, deve riprendere un dialogo interrotto dalla freddezza dei numeri. Noi abbiamo scelto di rispondere ai problemi della finanza attraverso anche lo strumento dei confidi, ecco perché vogliamo investire non solo sull’oggi ma sulla strategia del domani della finanza regionale. Ecco perché pensiamo ad un progetto che istituisca un soggetto esterno alla regione che aggreghi i confidi emiliano romagnoli affinché sia interfaccia unico delle politiche industriali regionali e delle imprese.'


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