Pubblichiamo uno studio realizzato dalla nostra Associazione provinciale nel quale sono riportati 'i numeri' della grave crisi che ha colpito il settore delle costruzioni in questi anni.
Il comparto delle costruzioni è da sempre per il nostro territorio un settore economicamente di prioritaria importanza, sia per le eccellenze che esprime in termine di know how e organizzazione d’impresa, sia per il radicamento che ha nella società civile, ad esempio una delle prime Scuole Edili d’Italia è nata nell’immediato dopoguerra proprio a Ravenna.
Abbiamo intitolato questa ricerca sullo stato in cui versa il settore edile: “gli anni della crisi – 2008 – 2014”, visto che al suo interno viene analizzato l’andamento del comparto in questi ultimi sette anni.
In provincia di Ravenna le imprese iscritte alla cassa edile e cioè quelle con dipendenti nel periodo 2008 – 2014 sono diminuite del 53%, passando da 1.199 a 564.
Il dimezzamento del numero delle imprese ha portato a una riduzione del 58% dei lavoratori e del 54% delle ore retribuite valutabili in oltre 60 milioni di euro.
Un altro elemento preso in considerazione dalla ricerca sono stati gli oneri d’urbanizzazione incassati dai Comuni di Ravenna, Faenza e Lugo. In sette anni gli incassi per questo tributo sono diminuiti rispettivamente del 79%, del 65% e dell’84%.
In termini di credito al 30 marzo 2014 lo stock dei prestiti concesso alle imprese del comparto delle Costruzioni della provincia di Ravenna è di 1,3 miliardi di euro. In diminuzione di 417 milioni di euro, con un calo del 24,0%, rispetto a tre anni prima (2012) e di 317 milioni di euro, con un calo del 19,3%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (2014).
Confrontando la dinamica, sia di lungo periodo (2012-2015) che di breve periodo (2014-2015) dello stock di finanziamenti concessi alle imprese osserviamo che in entrambi i casi è proprio il comparto delle Costruzioni quello che registra flessioni più ampie.
Questa pesantissima situazione ha bisogno di risposte certe e soprattutto efficaci che le Amministrazioni Locali devono mettere in campo con coraggio e determinazione.
Come?
Andando a snellire le procedure degli attuali Regolamenti Urbanistici (RUE) prevedendo reali e tangibili incentivi all’adeguamento sismico e all’efficientemento energetico degli immobili esistenti.
Ci vuole più coraggio e oltre a prevedere incentivi urbanistici, percorsi autorizzativi dedicati e veloci, occorrono incentivi fiscali con detrazioni sulle imposte comunali sugli immobili (TASI e IMU).
L’obiettivo è quello di “far passare” il messaggio che oggi ristrutturare casa burocraticamente è facile, che gli incentivi statali (del 65 o 50 per cento) accompagnati da quelli urbanistici danno reali opportunità economiche. Al fine di favorire, in ambito territoriale, il rafforzamento del settore occorre inoltre che i Comuni adottino atti di indirizzo che abbiano come obiettivo il rilancio del settore delle costruzioni andando a promuovere collaborazione tra il mondo delle piccole e medie imprese edili e gli Enti Locali.
Tra le proposte avanzate vi è quella che per i lavori in economia fino alla soglia dei 200.000 Euro sia adottato un apposito regolamento dove inserire le categorie dei lavori eseguibili in economia con l’istituzione di elenchi da cui scegliere le imprese da invitare alle gare.
Per i lavori inferiori a 40.000 Euro affidamento diretto alle imprese sempre scelte, a rotazione, dall’elenco. Mentre per i lavori tra i 40.000 e i 200.000 Euro invitare 5 imprese, sempre dall’elenco e a rotazione, ed affidamento con il criterio del massimo ribasso.
Per il subappalto, infine, si chiede che sia la stazione appaltante a corrispondere direttamente al subappaltatore o al cottimista l’importo dovuto per le prestazioni eseguite.
In allegato trovate la versione completa dello studio, realizzato dal settore Sindacale di Confartigianato Ravenna grazie ai dati statistici forniti da Camera di Commercio della Provincia di Ravenna, Cassa Edile della Provincia di Ravenna, Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia.
Ci sono le possibilità per un rilancio. Non servono sovvenzioni a pioggia o assistenzialismo, sono necessarie però politiche serie, innovative, coraggio da parte dei nostri Pubblici Amministratori.
Se davvero siamo uno dei territori all’avanguardia del nostro Paese, per i nostri Enti Locali è davvero il momento di dimostrarlo, con i fatti.