Le Associazioni provinciali Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti e Confindustria, anche a seguito delle notizie riportate dai giornali locali in questi giorni, intervengono sul futuro degli assetti camerali in discussione da oltre un anno e sulla scelta di accorpamento territoriale da assumere a seguito dell’entrata in vigore della riforma della pubblica amministrazione.
Le nostre Associazioni sono convinte che l’ambito romagnolo sia un tratto distintivo di questo territorio, in grado di rappresentare al meglio gli interessi delle aziende che vi operano.
Convinzione che è del resto coerente con il percorso avviato dai diversi livelli istituzionali del territorio, percorso che esce rafforzato dall’approvazione della recente legge regionale che sancisce l’opportunità di costituzione di aree vaste: area vasta che nella nostra realtà coincide naturalmente con la Romagna. Vanno in questa direzione anche diverse esperienze di aggregazioni già realizzate tra alcuni dei sistemi associativi rappresentati all’interno delle Camere.
Quello della dimensione romagnola è stato del resto un ambito strategico di lavoro condiviso fin dagli anni scorsi, non ultimo con il protocollo in ordine alla fusione delle rispettive aziende speciali delle tre Camere di Commercio della Romagna e ribadito dagli stessi accordi programmatici tra le diverse Associazioni d’impresa che diedero vita unitariamente nel 2013 agli attuali assetti camerali a Ravenna.
E’ per tutto questo che, stante l’impraticabilità di un accorpamento più ampio di quattro Camere di Commercio che coinvolgesse anche Ferrara (obiettivo condiviso a Ravenna in partenza), non è dato comprendere perché non si intenda perseguire sino in fondo il disegno di una Camera che coinvolga tutte le province romagnole e ci si trovi di fronte alla sola eventualità di vedere nascere nuove Camere territorialmente più limitate.
Anche a fronte delle delibere adottate dalle Camere di Commercio di Forlì-Cesena e di Rimini, che hanno proposto di denominare il nuovo Ente camerale “Camera di Commercio della Romagna”, e del confronto in atto a Ferrara che a tutt’oggi non ha portato ad alcuna delibera, i rappresentanti in Giunta Camerale delle scriventi Associazioni hanno chiesto una convocazione urgente per poter esprimere il loro dissenso verso soluzioni diverse da quella territorialmente naturale.
A fronte del fatto che la Giunta camerale è stata convocata solo per il 23 novembre pv, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti e Confindustria provinciali rilanciano pubblicamente a tutte le rappresentanze delle imprese e del lavoro della Romagna una proposta di riordino delle Camere di Commercio che metta insieme le tre Camere di Commercio della Romagna (Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna) attraverso un progetto di fusione in grado di valorizzare le specificità esistenti nell’area vasta nell’interesse delle imprese.
Abbiamo creduto e continuiamo a credere nel valore e nella ricerca dell’unità d’azione e programmatica tra tutte le Associazioni Imprenditoriali: unità che in questo caso non può prescindere da una seria riflessione sul conseguimento del risultato più adeguato per le imprese del territorio, che noi riteniamo essere nella dimensione romagnola come ambito minimo di aggregazione delle nostre istituzioni.