L’emergenza economica rende necessario ed urgente un salto in avanti del Paese nell’affrontare la pandemia. Questo articolo, con l'opinione di Riccardo Caroli, Presidente provinciale di Confartigianato, è stato pubblicato su Il Resto del Carlino di oggi:
Le previsioni di una riduzione drammatica del prodotto interno lordo italiano, i dati sul numero dei lavoratori in cassa integrazione, le migliaia di aziende ferme da oltre due mesi, i negozi che stanno ancora attendendo di poter vendere i primi articoli della collezione primavera/estate, messi in vetrina appena qualche giorno prima del lockdown, sono solo alcuni dei motivi per i quali tutti dobbiamo essere consci che la prossima emergenza, sarà – anzi, lo è già – quella economica.
Tutti dobbiamo essere consapevoli che, fino alla scoperta e alla distribuzione di una cura o di un vaccino, il nostro modo di vivere, lavorare, produrre, approcciarsi con gli altri, dovrà cambiare. Dovremo proteggerci e proteggere gli altri. Ma la nostra società non può neppure permettersi altri mesi di chiusura delle attività sociali ed economiche. Non reggerebbe.
Il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa, sin dalle prime fasi della pandemia, ha compreso e condiviso le priorità dettate dall’emergenza sanitaria, rispondendo con spirito di servizio e con grande sacrificio alle decisioni prese dal Governo e dalla Regione Emilia-Romagna per contenere l’emergenza.
Ora però occorre un cambio di passo. Dai divieti di muoversi, lavorare, produrre, occorre passare alle regole per muoversi, lavorare, produrre, nella massima sicurezza possibile.
In questi giorni le Organizzazioni imprenditoriali stanno lavorando con le Regioni, con le rappresentanze sindacali, gli Enti Bilaterali e le autorità sanitarie per realizzare i necessari protocolli sulla sicurezza relativi ai vari settori produttivi ed economici.
L’esempio è quello, presentato la scorsa settimana all’Assessore regionale allo sviluppo economico Colla, relativo al settore dell’acconciatura e dell’estetica. Regole chiare ed applicabili, buone prassi condivise a garanzia sia degli imprenditori, che dei loro dipendenti e dell’utenza. Questo lavoro, che ha visto la partecipazione attiva anche di tanti imprenditori, è la dimostrazione di come il nostro sistema economico e produttivo si stia impegnando a fondo per ripartire davvero, ma nella massima sicurezza. Sulla base di questo protocollo di sicurezza condiviso, la Regione Emilia Romagna ha chiesto al Governo di prevedere, per questo settore, l’anticipo della riapertura, rispetto a quanto annunciato dal Presidente del Consiglio Conte che aveva parlato di giugno. Associazioni ed imprenditori sia attendono quindi un segnale che dia valore al loro impegno.
Per Confartigianato della provincia di Ravenna questa è la strada giusta. Inutile pertanto chiedere semplicemente una riapertura. Occorre dimostrare che si è in grado di sapere come si possa e debba riaprire. Ma occorre farlo in fretta. Gli esercenti degli stabilimenti balneari ormai hanno tirato a lucido le proprie strutture, ma fino a quando non avranno la certezza di come dovranno organizzare gli spazi ed i servizi, è ovvio che non potranno pensare ad una riapertura, e neppure calcolare costi e numero del personale necessario. Negozi, strutture alberghiere ed extralberghiere, palestre: l’appello di Confartigianato per giungere ai necessari protocolli nell’arco di pochi giorni, è lanciato.
Nel frattempo, a livello nazionale, Confartigianato nel corso di una videoconferenza di quasi due ore con il Presidente del Consiglio ed i suoi Ministri economici, ha presentato insieme alle altre associazioni imprenditoriali, un piano dettagliato con le priorità in termini di liquidità, ammortizzatori sociali e, appunto, protocolli per le riaperture.
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