News / Varie - mercoledì 08 feb 2023 alle 08:31 | A cura dell'Ufficio Stampa
Le indagini successive all’attacco hacker verificatosi su scala mondiale nei giorni scorsi, fanno emergere ancora una volta l'azione di criminali informatici che richiedono il pagamento di un ‘riscatto’ per sbloccare sito e dati delle aziende colpite. Quest’ultimo caso, eclatante e che ha colpito strutture di primo piano, in un contesto di crescente digitalizzazione dell’economia, riporta in primo piano il tema della sicurezza informatica di enti e imprese di qualsiasi dimensione.
E' l'appello, a tutte le aziende, di dotarsi di validi sistemi antivirus e di protezione informatica per i propri siti, dati, posta elettronica e messaggistica. E a tenerli costantemente aggiornati. Molti dei problemi riscontrati, inoltre, sono dovuti ai comportamenti dei singoli utenti, che non pongono la dovuta attenzione all'affidabilità dei siti che vengono consultati o all'apertura di messaggi palesemente inaffidabili.
Una sezione del 23° report di Confartigianato, presentato lo scorso 6 febbraio, è stata dedicata proprio a questo tema, dimostrandone l'importanza. Nell’ultimo anno i reati informatici sono cresciuti del 18,4%, con un’incidenza del fenomeno pari a 54 denunce ogni 10 mila abitanti.
Secondo la rilevazione tematica di Eurobarometro della Commissione Europea in Italia la quota di micro, piccole e medie imprese che nell’ultimo anno ha fronteggiato almeno un attacco informatico è del 37%, superiore di 9 punti percentuali rispetto al 28% della media UE.
In particolare sono monitorati i casi di virus, spyware o malware (esclusi ransomware), attacco di phishing, acquisizione di account o furto di identità, hacking (compresi i tentativi) di conti bancari online, accesso non autorizzato a file o reti, ransomware (malware che limita l’uso dei dispositivi e permette di ripristinare le funzionalità dopo il pagamento di un riscatto), attacco DoS (che impedisce di accedere alla rete o alle risorse del computer), ascolto non autorizzato di videoconferenze o messaggi istantanei.
L’analisi delle modalità di aggressione informatica evidenzia che, in relazione all’episodio più grave, nel 35% dei casi l’attacco ha sfruttato la vulnerabilità del software, hardware o della rete, una quota di 12 punti percentuali sopra la media Ue (23%) che colloca l’Italia al 2° posto tra i 27 paesi dell’Unione.
Per il 26% dei casi è stata una violazione di password, quota superiore di 7 punti al 19% della media UE che posizione l’Italia al 4° posto in Ue, per il 21% una truffa o frode e per il 20% un malware, cioè un programma/codice che altera le attività di un sistema.
Tra le conseguenze dell’attacco subito dalle imprese italiane, più diffuse sono l’ulteriore tempo impegnato per rispondere agli attacchi informatici per il 30% dei casi, i costi di riparazione o ripristino per il 25%, l’impossibilità di usare risorse o servizi e di far continuare ai propri dipendenti le attività quotidiane hanno interessato, entrambe, per il 18% delle imprese. Se in generale le conseguenze dell’attacco di cybercriminalità non presentano una specifica accentuazione in Italia, va segnalato che la richiesta di riscatto in denaro si riscontra nell’11% dei casi di attacco cybercriminale ad imprese italiane, una quota doppia rispetto al 6% della media Ue a 27.
Quindici anni di denunce di delitti, truffe, frodi informatiche
2006-2021, numero denunce e var. % tendenziale annuo – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica delitti, truffe e frodi informatiche per regione
Var.% 2020-2021 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Modalità di attacco della cybercriminalità alle PMI in Italia e Ue a 27
Dicembre 2021. % su imprese fino a 2549 addetti vittime di attacco – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea
Conseguenze dell’attacco della cybercriminalità alle PMI in Italia e Ue a 27
Dicembre 2021. % su imprese fino a 249 addetti vittime di attacco – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea
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