News / Ambiente, sicurezza e qualità - lunedì 31 ott 2011 | A cura dell'Ufficio Stampa
Confartigianato, unitamente ad altre organizzazioni imprenditoriali, ha annunciato l’avvio di azioni legali per recuperare i contributi versati dagli imprenditori nel biennio 2010-2011 per il funzionamento del Sistri (il sistema telematico per la tracciabilità dei rifiuti pericolosi) che non è mai diventato operativo.
Negli ultimi due anni 325.470 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 500mila chiavette usb e quasi 90mila black box. Risultato: il Sistri non è mai partito.
Abbiamo sempre denunciato le inefficienze e gli inutili costi del Sistri per le imprese chiamate ad attuarlo, ora si chiede una revisione profonda e strutturale del sistema, per semplificare il quadro normativo e le procedure e rendere il Sistri uno strumento di semplice utilizzo, realmente efficace per contrastare le ecomafie e fondato su criteri di trasparenza ed efficienza.
"In attesa che il sistema possa davvero funzionare – sostengono le organizzazioni imprenditoriali, tra le quali Confartigianato - intraprenderemo le azioni legali necessarie nei confronti del Ministero dell’Ambiente per restituire alle nostre imprese risorse che sono quanto mai importanti in questo momento di grave crisi".
L’iniziativa si è quindi resa necessaria in via di urgenza per mostrare all’opinione pubblica, alle imprese ed al Ministero stesso, la ferma intenzione di esigere la revisione profonda del sistema e la indisponibilità a destinare contributi con scopi e finalità inefficienti e discutibili.
Non appena avremo dettagli sulle modalità pratiche di questa azione, sarà nostra cura informare le imprese associate.
News in Primo Piano
Altre Ambiente, sicurezza e qualità
News per settore