News / Ufficio sindacale - mercoledì 05 giu 2013 | A cura dell'Ufficio Stampa
La scadenza riguardante il versamento di quanto dovuto per la prima rata dell'IMU 2013 è fissata per il prossimo 17 giugno.
Se per i proprietari di sola prima casa e per gli agricoltori questa scadenza è stata posticipata al 16 settembre, in attesa della profonda modifica che il Governo ha annunciato, per le imprese manifatturiere, di servizio e commerciali, quella del 17 giugno sarà una data poco 'simpatica'.
L'Ufficio Fiscale della Confartigianato provinciale ha analizzato un piccolo campione di aziende insediate nei territori comunali di Ravenna, Lugo e Faenza.
I dati dimostrano che a differenza dello scorso anno, per effetto della modifica delle modalità di pagamento e, per i capannoni artigianali, anche delle modalità di calcolo, la prima rata IMU sarà molto più pesante rispetto al 2012.
Gli aumenti percentuali rilevati possono quindi essere anche superiori al 50%
Questo, in sintesi, a causa del fatto che nel 2012 la prima rata era calcolata sul 50% dell'aliquota base nazionale (7,6 per mille), mentre nel 2013 questa viene fissata al 50% del totale pagato l'anno precedente.
Attenzione: per gli immobili accatastati "D" (capannoni artigianali), nel 2013 è stato modificato l'indice di calcolo, quindi ad invarianza di aliquota, gli aumenti complessivi annuali variano dal 6,5 all'8,3%.
Pubblichiamo qui la tabella con il prospetto dei casi individuati nel campione, sottolineando che è stata considerata l'aliquota deliberata dai Comuni lo scorso anno, in quanto le Amministrazioni Comunali (ad esclusione di Russi) non hanno ancora fissato quelle 2013.
In questi mesi tutte le Associazioni Imprenditoriali della nostra provincia, hanno più volte lanciato appelli affinche i Comuni avviino davvero una “programmazione” del prelievo fiscale locale che ricerchi maggiore equilibrio tra i vari tributi (IMU, TARES), anche perchè nel mese di luglio le imprese riceveranno il primo acconto della Tares, pari a 4 mensilità.
L’obiettivo comune riteniamo debba essere quello di un reale contenimento della pressione fiscale da realizzare anche andando a rivedere, se necessario, in modo strutturale la spesa corrente.
La pressione fiscale per il sistema dell’impresa ha già superato ogni limite, occorre pertanto individuare soluzioni a questo problema che, unitamente a credito e burocrazia, ha rappresentato una delle cause principali per la chiusura dell’attività di tante imprese.
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