Si è svolto lunedì 11 maggio scorso, presso la Sede Confartigianato di Ravenna, l’incontro tra i Direttivi di Cna e Confartigianato e l’Amministrazione Comunale di Ravenna, rappresentata dagli Assessori Massimo Cameliani, Guido Guerrieri, Enrico Liverani e Valentina Morigi.
Partendo da un’attenta analisi del Bilancio Comunale, che sconterà ovviamente anche quest’anno un’ulteriore riduzione, già in atto da anni, dei trasferimenti centrali, Confartigianato e Cna hanno quindi presentato all’Amministrazione un documento contenente le proprie proposte rivolte ad incentivare lavoro, occupazione e sviluppo, puntando in particolar modo su iniziative possibili ed a costo zero per l’Ente Locale.
“Occorre soprattutto coraggio, capacità di guardare avanti ed essere attenti alla sostenibilità delle proprie scelte per il tessuto delle imprese” è stato l’appello lanciato da Antonello Piazza, Segretario Confartigianato della Sezione di Ravenna, che si è incaricato di illustrare le proposte delle Associazioni, incentrate sui temi del rilancio del settore delle costruzioni, la tassazione locale, la sburocratizzazione dei regolamenti comunali, Pair - Piano Aria Integrato Regionale, turismo e contrasto all’abusivismo.
Da parte degli Assessori, univoca, è stata la presa d’atto della volontà, da parte di Cna e Confartigianato, di discutere sui problemi e di essere propositivi. Su alcuni dei temi sollevati (recupero edilizio, superamento della Tari e ritorno alla tariffa dei rifiuti, turismo), c’è stata grande sintonia con quanto proposto. In particolare, sul tema della tassazione locale, l’Assessore Guerrieri ha comunicato che, dopo anni di aumenti, è finalmente prevista una lieve diminuzione della tassa smaltimento rifiuti.
Andrea Dalmonte, Presidente Comunale di Cna ha chiuso l’incontro ringraziando gli Assessori Cameliani, Guerrieri, Liverani e Morigi per l’approccio costruttivo e diretto: “d’altronde – ha rilevato Dalmonte - molte delle iniziative maggiormente efficaci e positive, prese dall’Amministrazione, sono frutto proprio di nostre proposte o del confronto con chi, come noi, conosce e rappresenta meglio di chiunque altro il tessuto produttivo del nostro territorio”.
Di seguito il documento presentato al Comune di Ravenna:
IL COMUNE DI RAVENNA COME NUOVO VOLANO DELL’ECONOMIA E DELLO SVILUPPO DELLE IMPRESE DEL TERRITORIO
Lavoro, occupazione, sviluppo
Vogliamo aprire la riflessione di quest’anno con un’affermazione di principio: il lavoro è prima tra le priorità che dobbiamo avere.
In questi anni - ormai troppi anni - di durissima crisi, lo sforzo fatto dall’imprenditoria locale è stato un punto di forza che ha sorretto il sistema socio economico del nostro territorio. Gli imprenditori artigiani e le Piccole e Medie imprese hanno dimostrato, con i fatti, la volontà di resistere, anche quando i conti ed i bilanci consigliavano altro. Lo hanno fatto cercando di mantenere intatta, per quanto possibile, la capacità delle proprie aziende di rispondere alla ripresa, quando questa si sarebbe presentata, preservando quindi, in primis, la propria forza lavoro, i propri dipendenti, anche quando tutto ‘remava contro’, dalle difficoltà del credito, ai pagamenti sempre più lunghi, alle statistiche che, dal 2007 ad oggi, non hanno mai lasciato intravedere la luce.
Oggi, che uno spiraglio sembra cominciare ad essere in vista, c’è bisogno di dare fiducia e, ove possibile, fare scelte che diano un nuovo impulso al nostro sistema economico.
Gli Enti Locali hanno possibilità di farlo e chiediamo che lo facciano. Vediamo come:
Il settore delle costruzioni
Innanzitutto crediamo si debba partire dal settore delle costruzioni, che nel nostro territorio annovera quasi il 40% delle imprese, e che in questi anni è quello che ha subito la recessione più pesante e la più drammatica perdita di posti di lavoro: dal 2008 al 2014, tra imprese e lavoratori, abbiamo perso oltre il 50% degli addetti!
Le scelte locali sulle regole urbanistiche (RUE - Regolamento urbanistico Edilizio) e quelle relative agli appalti pubblici possono realmente incidere e dare una spinta alla ripresa.
L’attuale discussione sulle modiche al RUE non può non tenere conto di reali e tangibili incentivi all’adeguamento sismico e all’efficentamento energetico degli immobili esistenti.
Ci vuole più coraggio e oltre a prevedere incentivi urbanistici, percorsi autorizzativi dedicati e veloci, occorrono incentivi fiscali con detrazioni sulle imposte comunali sugli immobili (TASI e IMU).
In massima sintesi quindi siamo a proporre al Comune di Ravenna:
• che il RUE incentivi il recupero edilizio, permettendo tutto l’incremento della superficie utile calpestabile mantenendo sagome e volumetria;
• che il recupero dei sottotetti e l’installazione di soppalchi non incida sugli standard dei parcheggi;
• che i premi in termini di volumetria per gli interventi di qualificazione e sostenibilità siano più consistenti ed appetibili;
• che per quanto riguarda le destinazioni d’uso, sia consentito di svolgere attività di commercio e artigianato di servizio e produzione alimentare nei locali, sia con destinazione d’uso commerciale, sia artigianale senza dover più chiedere il cambio di destinazione, inutile e onerosa perdita di tempo.
Il RUE sarà utile al rilancio del settore delle costruzioni, e a creare un importante circolo virtuoso in termini economici ed occupazionali, solo se si riuscirà a “far passare” il messaggio che oggi ristrutturare casa burocraticamente è facile, che gli incentivi statali (del 65 o 50 per cento) accompagnati da quelli urbanistici danno reali opportunità economiche.
Appalti pubblici: devono essere un volano importante per l’imprenditoria locale
Sul tema degli appalti pubblici, riteniamo di dover far nostre le proposte che sono state avanzate, circa un anno fa, in un documento promosso dalla Cassa Edile che, sottoscritto da tutte le parti sociali, Associazioni Imprenditoriali e Sindacati dei lavoratori. Riproponiamo con forza, quindi, le proposte dell’atto di indirizzo messa a punto da Cna e Confartigianato e che è stata già inviata a tutti i Sindaci dei Comuni della nostra provincia a fine 2014. Riteniamo che questa sia essenziale al rilancio del settore delle costruzioni, promuovendo e rafforzando la collaborazione tra il mondo delle piccole e medie imprese edili e gli Enti Locali, e a tal proposito ribadiamo la necessità che già nella predisposizione dei Programmi triennali ed elenco annuale di lavori pubblici, si attui la ripartizione in lotti funzionali.
Ribadiamo quindi in brevi linee la nostra proposta:
• Per lavori con soglia a 200.000 € potrebbe essere adottato un apposito regolamento dove inserire le categorie dei lavori eseguibili in economia con l’istituzione di elenchi da cui scegliere le imprese da invitare alle gare.
• Per i lavori inferiori a 40.000 € affidamento diretto alle imprese sempre scelte, a rotazione, dall’elenco.
• Per i lavori tra i 40.000 e i 200.000 € invitare 5 imprese, sempre dall’elenco e a rotazione, ed affidamento con il criterio del massimo ribasso.
• Per la procedura negoziata si propone per i lavori di importo inferiore a 500.00 € l’invito rivolto ad almeno 5 imprese ed affidamento, con il criterio del massimo ribasso. Mentre per i lavori di importo tra 500.000 e 1.000.000 €, l’invito rivolto ad almeno 10 imprese ed affidamento, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa introducendo fra gli elementi di valutazione anche quello del Km zero.
• Per il subappalto che sia la stazione appaltante a corrispondere direttamente al subappaltatore o al cottimista l’importo dovuto per le prestazioni eseguite.
Riteniamo che riuscire ad avere all’opera aziende locali, insediate e presenti sul territorio, sia da considerare un valore aggiunto per gli Enti appaltanti, perché poi, nei fatti, l’incidenza di problemi insoluti e contenzioso sarebbe certamente inferiore, con un gradimento superiore da parte dell’opinione pubblica, della cittadinanza, degli utenti.
PAIR 2020: occorre essere più realisti e concreti
Favorire il lavoro e soprattutto il nostro sistema economico significa andare a modificare radicalmente il Piano Regionale dell’Aria (PAIR 2020) adottato dalla nostra Regione e in via di approvazione. Su questo punto il Provinciale delle Associazioni Imprenditoriali (aderiscono al tavolo tutte le 13 associazioni di rappresentanza del mondo dell’imprese, artigianato, commercio, cooperazione, industria e agricoltura) ha espresso pubblicamente e puntualizzato con chiarezza le proprie preoccupazioni, che chiediamo siano tenute nella massima considerazione.
Il PAIR 2020 nasce e si sviluppa in una fase storica fortemente critica per tutti i settori economici e, sulla base dello spirito della Direttiva Comunitaria 2008/50 che ha ispirato la stesura del Piano, è importante che le misure introdotte tengano conto non solo delle ricadute ambientali, ma anche degli effetti e delle ricadute economiche che avranno sulle imprese della provincia.
In particolare preoccupa il fatto che una errata lettura del contesto (che non può prevedere misure relative alle imprese emiliano romagnole senza metterle in relazione a quanto accade nelle regioni limitrofe) richieda alle imprese sacrifici troppo elevati per la riduzione di un inquinamento rilevato sul nostro territorio, ma prodotto anche in altre zone d’Italia.
Inoltre la tempistica delle azioni che saranno determinate dovrà tenere conto anche della situazione socio economica in cui si trova e si troverà in futuro il nostro territorio provinciale. Per fare un solo esempio: obbligare a nuovi standard quantitativi di piste ciclabili i Comuni quando questi (per effetto del Patto di Stabilità) non hanno risorse né per fare le manutenzioni ordinarie del proprio patrimonio immobiliare né per fare investimenti strutturali utili allo sviluppo dell’economia è fuori da ogni logica.
Le principali preoccupazioni che emergono dalla lettura del Piano riguardano:
• la previsione della dinamica a “saldo zero” per l’industria;
• le eccessive misure restrittive previste nei confronti del comparto agricolo (già in condizioni di eccellenza rispetto ad altre regioni);
• le misure relative ai centri cittadini e alla limitazione del traffico all’interno dei centri abitati.
Preoccupa fortemente l’impostazione della “dinamica del saldo zero” poiché è necessario definire in maniera chiara e inequivocabile cosa si intenda per emissioni significative. Sovrastimare le reali possibilità di miglioramento della qualità dell’aria nel nostro territorio significa bloccare sul nascere eventuali investimenti produttivi. L’applicazione acritica di un criterio come la dinamica a saldo zero infatti potrà comportare la non fattibilità a priori di nuove iniziative imprenditoriali, anche se caratterizzate dall’applicazione delle migliori tecniche disponibili.
Il Comune di Ravenna, ad esempio, ha già inserito all’interno del proprio strumento urbanistico (PSC) tale vincolo per alcuni ambiti produttivi, ma le difficoltà applicative sono molteplici ogni qualvolta siano proposte iniziative o anche soltanto ampliamenti delle attività esistenti in quanto non è semplice la definizione di chiari criteri di calcolo per il "saldo zero".
Per quanto riguarda i Centri storici il PAIR 2020 ha sottovalutato le gravi conseguenze in termini di accessibilità che deriverebbero dall’applicazione delle norme previste per i Centri storici dei Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti. Sono infatti previste nuove aree pedonali ed estensioni delle Zone a traffico limitato (ZTL) per tutta la superficie dei centri storici. Soluzioni come quelle prefissate dal Piano prefigurano un quadro di tale limitazione dell’accessibilità dei Centri storici da far temere per la sopravvivenza delle imprese insediate (commerciali, di servizio e turistiche). Naturalmente i provvedimenti prefigurano anche per la cittadinanza situazioni di disagio, causa le limitazioni alla mobilità.
Se le preoccupazioni maggiori riguardano quindi l’accessibilità ai Centri storici, ve ne sono anche altre: le limitazioni al traffico sarebbero addirittura estese a tutto il centri abitato (da segnale di “inizio” a segnale di “fine”), con modifiche alla viabilità cittadina che, dati questi presupposti, vedono le aziende sofferenti da anni di crisi economica ancor più danneggiate.
Imposizione fiscale locale
Negli ultimi anni l’introduzione dell’IMU prima, della TARI e della TASI dopo, ha notevolmente appesantito la pressione fiscale locale. I dati che sono stati pubblicati attestano come nel comune di Ravenna le imprese abbiamo avuto, nel quadriennio 2011 - 2014, aumenti che superano anche il 100%.
La Tari è purtroppo l’ultimo esempio di una serie di balzelli che appesantiscono cittadini e le imprese. Nel dare un giudizio positivo dell’esperienza della Tariffa Rifiuti in vigore fino al 2013, (che proprio nel 2013 ha fatto risparmiare hai cittadini e alle imprese del nostro
Come abbiamo già avuto modo di sottoporre alla Vostra attenzione, nel 2014 con l’introduzione della TARI, la nuova tassa sui rifiuti che si paga in base alla metratura di capannoni e aree scoperte, il sistema delle Imprese ha registrato aumenti rilevanti, che in alcuni casi hanno superato abbondantemente il 50%.
Nel corso dei molteplici incontri svoltisi lo scorso anno, ci era stato assicurato che tutti i produttori di rifiuti speciali (rifiuti che non possono essere conferiti nei cassonetti e per i quali, quindi, le imprese pagano direttamente lo smaltimento) avrebbero mantenuto inalterata l’opportunità di ottenere gli sgravi consentiti negli anni precedenti con la tariffa rifiuti.
Ci era stata inoltre assicurata la modifica del Regolamento allo scopo di semplificare l’accesso a tali sgravi, evitando l’inutile iter burocratico da ripetersi tutti gli anni. Anche a seguito di queste rassicurazioni, alcuni mesi fa il Tavolo Associazioni Imprenditoriali vi ha inviato formalmente le proprie Osservazioni nelle quali questi punti erano definiti come prioritari.
Con rammarico riscontriamo invece che, dalla risposta ricevuta lo scorso 14 aprile dall’Assessore Provinciale Roncuzzi, nei fatti nulla è cambiato.
Falegnamerie, idraulici, elettricisti, vetrai e tutta un’altra serie di aziende che nello svolgimento della propria attività producono rifiuti speciali, non avranno più gli sgravi, che in precedenza oscillavano dall’11 al 39%. Questi aumenti si andranno quindi ad aggiungere a quelli già previsti.
Turismo: sviluppare maggiormente le possibilità offerte dal nostro territorio
Quando si parla di turismo non possiamo unicamente pensare al litorale e ai monumenti di Ravenna, che è vero che già da soli esercitano un forte richiamo, ma non sono più sufficienti a garantite un appeal tale da incrementare le presenze turistiche nel nostro territorio.
Occorre quindi una nuova progettualità e mettere in rete le svariate offerte del nostro territorio: naturalistiche, enogastronomiche e culturali, che possono essere un fortissimo volano per far conoscere il nostro territorio.
E' necessario quindi superare barriere, steccati e divisioni tra categorie, associazioni, enti diversi. La concorrenza di altri territori e di altre realtà, in tema di turismo, è talmente serrata, che dobbiamo impegnare insieme ogni nostra energia, idea, risorsa, in modo coordinato. Dobbiamo trovare il modo che ogni nostra azione coinvolga e promuova anche l’azione e la conoscenza di ogni altra iniziativa legata al nostro territorio. L’Amministrazione Comunale, da questo punto di vista, può fungere da parte diligente, scegliendo di collaborare e finanziare solo iniziative fortemente condivise.
Così come sempre più forte deve essere quello, dell’Assessorato al Turismo, ad essere il “motore” di un coordinamento dei calendari degli eventi, in modo che non si sovrappongano iniziative forti (oggi in certi periodi l'offerta di ospitalità è insufficiente, mentre capita che il fine settimana successivo le strutture sono vuote). In questo modo è anche più facile trovare delle sinergie comunicative che suddividano i costi su più iniziative vicine ma non concorrenti.
Crediamo poi vadano evitate le piccole contribuzioni alle piccole iniziative (sagre o iniziative locali) che non richiamano turisti, ma si limitano ad essere fruite da cittadini che abitano a pochi minuti di auto (tali iniziative hanno invece senso se, nell'ambito di un progetto più complessivo, possono far parte di un pacchetto di eventi che, uniti da un filo logico e in un unico periodo, possa stimolare i turisti a fermarsi per alcuni giorni sul territorio). E' la permanenza di un turista che produce ricchezza per tutto il sistema economico (ospitalità alberghiera ed extralberghiera, enogastronomia e ristorazione, artigianato artistico, commercio).
Le poche energie disponibili devono essere utilizzate per condivise iniziative di grande richiamo.
Contrasto all’abusivismo
Sul tema dell’abusivismo, in un momento di congiuntura così difficile, non si devono allentare i controlli, anzi bisogna aumentarli. La crisi ha ampliato questo fenomeno, ma non si può continuare a giustificarlo né a tollerarlo. Le conseguenze le pagano le imprese regolari che hanno dipendenti che contribuiscono con il proprio lavoro al mantenimento di uno standard di welfare che nel nostro comune sta ancora tenendo.
In questi mesi, grazie all’apposito Protocollo firmato in Prefettura, abbiamo avuto molti e numerosi contatti con la Polizia Municipale, che è intervenuta a seguito delle nostre segnalazioni.
Il bilancio riteniamo sia in chiaro/scuro: la buona volontà c’è, ma le normative non danno strumenti sufficienti alla Polizia Municipale. Riteniamo che occorra, in alcuni casi, riuscire ad attivare anche altre Forze dell’Ordine, perché l’abusivismo è davvero un fenomeno che lede il concetto di legalità non solo per chi ne soffre la concorrenza sleale, ma anche per chi assiste all’impunità di fatto da parte di chi si dimostra poi intoccabile.
Cna e Confartigianato Ravenna