News / Ufficio sindacale - mercoledì 04 set 2013 | A cura dell'Ufficio Stampa
Con il decreto legge del 28 agosto, il Governo ha cancellato l'IMU per tutte le abitazioni principali, ma non su capannoni e laboratori utilizzati dalle imprese, prevedendo solamente che la somma versata a titolo di IMU sia in parte deducibile dalla base imponibile relativa alle imposte sui redditi per le aziende e per gli esercenti arti e professioni. Venerdì scorso, quindi, anche sulle pagine dl Carlino, la Confartigianato ha duramente commentato questo provvedimento, che in pratica prometteva di restituire non più del 20% di ciò che le aziende pagheranno a titolo di IMU e, cosa ancora più grave, solo alle imprese che avranno ottenuto un utile consistente nel corso del 2012.
"In questo periodo sono davvero poche le aziende che possano vantare degli utili - avevamo scritto - la maggioranza sta stringendo la cinghia per restare in attività nella speranza di agganciare la ripresa nel momento in cui questa farà la propria comparsa. Come spiegare a questi imprenditori che, in assenza di utile, nel periodo di imposta 2013, dopo aver pagato l'IMU per intero non avranno alcun tipo di beneficio fiscale?"
Ma beffa dell'IMU ai danni delle aziende si è completata, ed aggravata, nel corso di questo fine settimana: a causa della cronica necessità di reperire fondi, in questo caso per non colpire con l'IRPEF le seconde case, anche la deducibilità IMU è stata cancellata.
"Ancora una volta - rileva il Segretario Provinciale di Confartigianato, Tiziano Samorè - le aziende italiane pagano in prima persona il populismo di una classe politica che non riesce più ad individuare un progetto strategico di futuro per il Paese, ma annaspa nell'effimero inseguimento di promesse elettorali, demagogiche, spesso inutili e dannose per la collettività. Le nostre aziende stanno resistendo, spesso solo grazie alla grandissima forza di volontà di imprenditori che vogliono vedere una prossima ripresa da agganciare, alla concorrenza di Paesi dove i costi fiscali e parafiscali sono immensamente inferiori, dove l'energia costa meno, dove la burocrazia è più veloce e meno ingessata. Ma se le imprese si arrendono, se i nostri prodotti e servizi saranno sempre meno competitivi, anche l'occupazione continuerà a contrarsi".
Da Confartigianato, quindi, la pressante richiesta a Governo, Parlamento, Forze Politiche ed Enti Locali, di ritornare a mettere al centro della propria azione politica la competitività del nostro sistema economico, perchè solo così potremo assicurare un futuro al nostro Paese.
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