Nel corso di una conferenza stampa svoltasi mercoledì 10 settembre (in foto) Riccardo Caroli, Tiziano Samorè ed Antonello Piazza, rispettivamente Presidente, Segretario e Responsabile Sindacale della Confartigianato della provincia di Ravenna, hanno divulgato i risultati di una ricerca sulle imposte e tasse comunali applicate dal 2011 al 2014 da tutti i Comuni della nostra provincia.
In questo vero e proprio 'libro bianco sulle imposte e tasse comunali', l'Ufficio Studi della Confartigianato provinciale ha preso in considerazione le imposte comunali sugli immobili (ICI, IMU e TASI) e la tariffa, oggi tassa, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, monitorando dal 2011 ad oggi tutti i diciotto comuni della provincia di Ravenna.
Aliquote e tariffe approvate nei vari anni, sono poi state applicate a 5 aziende-tipo: capannone artigianale, bar, ristorante, servizi alla persona, carrozzerie e autofficine. In particolare, nella ricerca, sono riportati, oltre agli elementi tariffari anche altre informazioni utili per individuare gli aumenti effettivi che hanno sostenuto nel quadriennio 2011 - 2014 le imprese operanti sul territorio della provincia di Ravenna.
I risultati sono in alcuni casi eclatanti. Se gli aumenti, pur ovviamente variabili da Comune a Comune, non sono facilmente riassumibili in un dato medio sensato, dalle tabelle riportate nel 'libro bianco' si evince che sono comunque in tutti i casi percentualmente importanti. L'esempio lampante è il caso di un negozio di una parrucchiera, che tra imposte sugli immobili e costi per il servizio di raccolta rifiuti, dal 2011 ad oggi ha registrato aumenti anche superiori al 100%.
Un altro esempio può essere quello di imprese collocate nelle aree artigianali: in questo caso gli aumenti si attestano ad oltre il 50%, con valori economici assoluti che però raggiungono cifre molto importanti a causa delle elevate dimensioni degli immobili.
In pratica, è l'amara constatazione che viene da Confartigianato, nonostante le aziende stiano da anni affrontando e cercando di resistere alle prese con una profonda crisi economica, gli aumenti imposti sono stati di migliaia di euro.
Nel "libro bianco" viene dato molto spazio ai dati relativi alla tassa rifiuti, e non solo per scelta, ma soprattutto perchè su questo tema è stato possibile reperire dati che invece non sono stati resi disponibili su altri comparti.
Sulle imposte sugli immobili, ad esempio, nessun Comune ha mai evidenziato, nei propri atti, informazioni utili per avere una ripartizione del gettito delle imposte tra immobili ad uso civile ed immobili a non uso civile. Confartigianato si è quindi dovuta limitare ad evidenziare le Amministrazioni Comunali che hanno modificato, nel 2013 e nel 2014, le aliquote IMU, e quelli che hanno applicato la TASI anche sugli immobili non a uso residenziale.
Cosa diversa è stato possibile fare con la TARI, la nuova tassa rifiuti che sostituisce la Tariffa Rifiuti in vigore fino al 2013. Gli elementi in possesso delle Associazioni hanno dato l’opportunità di realizzare una tabella riepilogativa della ripartizione dei metri quadrati a ruolo e del costo del servizio, per ogni singola municipalità, tra domestico e non domestico. Nel 'libro bianco' appare quindi in forma nettissima l'evidenza che il sistema delle imprese smaltisce a proprie spese il 91,5 % dei rifiuti che complessivamente sono prodotti nella nostra provincia.
Il primo dato che balza all’occhio, quindi, è che l’utilizzo imputato dalle Amministrazioni Comunali al sistema delle imprese del servizio pubblico è sovrastimato, cioè: le imprese pagano molto di più di quanto dovrebbero se la suddivisione dei costi fosse davvero proporzionale ai rifiuti prodotti assimilati agli urbani.
Prendendo in esame la produzione dei rifiuti nella nostra provincia, della quota di rifiuti recuperati solo il 7% proviene dalla raccolta differenziata dal servizio pubblico e ben il 93% dal recupero effettuato dalle imprese, mentre per la parte dei rifiuti avviati a smaltimento l’11,7% proviene dal servizio pubblico di raccolta e l'89,3% smaltito direttamente dalle aziende, ovviamente a proprie spese. Ciò nonostante le imprese contribuiscono economicamente al servizio pubblico di raccolta con percentuali che variano dal 30 al 50%.
Per la Confartigianato della provincia di Ravenna è quindi chiarissimo che, anche in questi anni di gravissima crisi economica ed occupazionale, il sistema imprenditoriale ha contribuito oltre misura al servizio pubblico di raccolta rifiuti.
Confartigianato chiede quindi ai Sindaci dei Comuni della nostra provincia che l’attenzione alle imprese non sia solo dichiarata, ma praticata.
E non solo per quanto riguarda il peso di imposte e tasse, che come dimostrano questi dati è assolutamente necessario ed urgente ridurre, ma anche sull’adozione di provvedimenti concreti che riducano una burocrazia spesso asfissiante ed inutile, e azioni efficaci di contrasto ad un abusivismo insopportabile che sta trasformandosi in una vera e propria concorrenza sleale che fa chiudere le imprese e riduce i posti di lavoro.
In allegato il file PDF (3,5 Mb) con le rilevazioni pubblicate nel 'Libro Bianco'