News / Ufficio sindacale - martedì 01 mar 2011 | A cura dell'Ufficio Stampa
Si è svolto nei giorni scorsi, promosso da Confartigianato e Cna, un incontro dei Consigli direttivi delle due Associazioni imprenditoriali per esaminare le scelte principali contenute nei bilanci di previsione 2011 dei Comuni e dell’Unione della Bassa Romagna. L’intervento di saluto di Noemi Zani, presidente di Confartigianato ha aperto la serata che ha visto la relazione di Claudio Tasselli, presidente di Cna, gli interventi del Sindaco di Conselice Maurizio Filipucci referente per lo Sviluppo economico, la promozione turistica e territoriale e del Direttore dell’Unione Francesco Frieri oltre alla partecipazione del Sindaco di Alfonsine Mauro Venturi, del Segretario dell’Unione Giorgio Piombini e dei responsabili delle Associazioni Roberto Massari per Cna e Luciano Tarozzi per Confartigianato.
I due Presidenti hanno evidenziato che il 2011 si è aperto in uno scenario economico locale e nazionale ancora preoccupante, dove si registrano sì timidi segnali di ripresa che però stentano ancora a dare fiducia al sistema locale delle imprese; sono ancora diverse, purtroppo, le aziende obbligate al ricorso alla cassa integrazione o alla sospensione dei propri dipendenti. Il forte utilizzo che in questi mesi si è fatto degli strumenti creditizi è stato finalizzato a consolidare situazioni finanziarie difficili e solo in minima parte ad investimenti.
A livello nazionale, hanno sottolineato i Presidenti, occorrono soluzioni, atti immediati, semplici e concreti, che consentano a tutte le imprese di affrontare le difficoltà della crisi; la tenuta sociale dell’Italia infatti dipende dalla tenuta del sistema delle piccole imprese. Le Associazioni Nazionali hanno criticato il mancato allargamento dei vincoli posti dal patto di stabilità che si aggiunge ad una diminuzione dei trasferimenti agli enti locali e questa stretta indiscriminata è stata sottolineata da Filipucci e Fieri che, per esemplificare, hanno citato solo alcuni dati: 1) l’Unione dei Comuni, per gli effetti combinati dei mancati trasferimenti, avrà una decurtazione delle risorse correnti nel biennio 2011/12 di 6.662.944 € rispetto ad un ammontare complessivo di trasferimenti dallo Stato di 21.930.763 € nel 2010; 2) per gli obblighi relativi al patto di stabilità, la capacità di investimento, che nell’area dell’Unione dei Comuni era nel 2010 di 24,2 milioni di euro, passerà nel 2011 a 12,3 milioni di euro circa. Tutto questo significa minori servizi, minori investimenti infrastrutturali e manutenzioni e quindi meno lavoro soprattutto per tante piccole imprese ed artigiani; se si pensa che gli investimenti degli enti locali in Italia, fino a pochi anni fa, rappresentavano circa il 70% degli investimenti pubblici complessivi, si capisce facilmente come questo rappresentasse un volano economico importantissimo per l’economia. I rappresentanti degli Imprenditori hanno sottolineato positivamente l’impegno, che va continuato e semmai accresciuto, degli Enti locali a favore dei Consorzi fidi evidenziando come questi Consorzi siano stati fondamentali nel sostenere la piccola e media impresa e quindi l’economia del territorio.
Confartigianato e Cna, hanno continuato Zani e Tasselli, da sempre hanno sostenuto la necessità dell’Unione dei Comuni, convinti che al territorio occorresse un soggetto istituzionale più forte, capace di adottare provvedimenti sia deliberativi che regolamentari immediatamente operativi; l’Unione infatti può rappresentare un livello di pianificazione strategica capace di elaborare politiche pubbliche di lungo periodo, in grado di affrontare le sfide che ci attendono sullo sviluppo economico, sulla pianificazione territoriale, sui piani per la salute ed il benessere sociale e sulla sicurezza territoriale che non può prescindere da un rafforzamento della polizia municipale che sia in grado di affrontare anche tematiche quali l’abusivismo ed il lavoro nero.
Le Associazioni imprenditoriali auspicano che la costruzione dell’Unione, ancora in corso, porti ad un miglioramento della qualità dei servizi erogati ai cittadini ed alle imprese, aumentando le economie di scala con particolare riferimento ai servizi interni e di staff, che grazie alle sinergie conseguite in un ambito più ampio, possono consentire di utilizzare al meglio e nel modo più corretto le poche risorse a disposizione della finanza pubblica. Positiva è stata, per le Associazioni, l’azione che si è intrapresa a livello di semplificazione ed omogeneizzazione dei regolamenti che riguardano alcuni settori dell’imprenditoria e positivo è il confronto che si è sviluppato sul PSC e sul RUE dove buona parte delle osservazioni presentate dalle Associazioni imprenditoriali sono state recepite dalla Giunta dell’Unione.
Il percorso intrapreso con la nascita dell’Unione è lungo e complesso e richiede ancora tempo per valutarne i costi ed i benefici; molto difficile appare inoltre operare in un quadro normativo e finanziario pieno di vincoli e contraddizioni che rendono difficile alle autonomie locali agire e garantire i servizi ai cittadini. Occorre comunque proseguire lungo il percorso intrapreso per uscire dalla crisi ed avere gli strumenti giusti a disposizione quando l’economia italiana riprenderà a crescere.
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