News / Ufficio sindacale - giovedì 10 mar 2011 | A cura dell'Ufficio Stampa
Pubblichiamo in comunicato stampa in merito alle Osservazioni al Regolamento Edilizio Urbanistico (RUE) presentate unitariamente dalle Associazioni imprenditoriale (tra le quali naturalmente anche Confartigianato) della Bassa Romagna:
La pianificazione territoriale in fase di elaborazione in questo periodo, prima il PSC, adesso il RUE, poi i POC (Piani operativi comunali) sta configurando il volto delle nostre città e delle nostre campagne e pone le basi per lo sviluppo futuro del nostro territorio. L’azione delle nostre Associazioni è tesa a creare un terreno favorevole allo sviluppo delle nostre comunità, nel pieno rispetto dell’ambiente che consideriamo una risorsa fondamentale e vitale. Riteniamo che il RUE attualmente in discussione debba contenere, oltre agli indirizzi di qualità e di tutela tante volte richiamati e condivisi, anche elementi di stimolo e di incentivazione per il settore economico locale, abbandonando logiche di intervento troppo restrittive che di fatto avrebbero il risultato di congelare ulteriormente lo sviluppo delle attività economiche; devono essere fatte scelte strategiche coraggiose.
Per ottenere questo obiettivo abbiamo evidenziato, nel presentare le osservazioni, come occorresse in primo luogo arrivare alla stesura di un piano che nei principi, nell’articolazione e nell’esposizione risulti chiaro e non lasci spazio a difficili interpretazioni che sono spesso il rifugio della “burocrazia”; di conseguenza come fosse necessario definire una modulistica semplice e non ripetitiva, che eviti la richiesta dati o elaborati superflui e/o già in possesso dell’amministrazione. Con il documento delle associazioni imprenditoriali abbiamo ribadito la necessità di predisporre regolamenti chiari e precisi, limitando così il ricorso ad inutili passaggi di numerosissime pratiche edilizie in CQAP, riservando tale percorso ai soli interventi su edifici vincolati od a particolari interventi urbanistici di importanza rilevante.
Abbiamo sottolineato ancora come fosse necessario rivedere le norme riguardanti le facciate degli edifici e le tinteggiature, gli aggetti delle facciate sugli spazi di uso pubblico, i depositi di materiali a cielo aperto, le vetrine e le serrande, i chioschi, i dehors e le edicole perchè apparivano eccessivamente penalizzanti e spesso avrebbero comportato procedure farraginose con intervento davvero inconcepibile della CQAP.
L’obiettivo che le Associazioni imprenditoriali si sono poste è stato quello di arrivare a definire una “Città Integrata”: una città in cui le varie funzioni, economiche, direzionali, sociali, abitative, ecc… possono essere presenti e convivere in modo armonioso. Questo modello di città comporta l’esigenza di contenere la dispersione di attività e funzioni in zone improprie, per evitare i rischi di desertificazione dei centri storici, di abbandono e degrado di aree produttive consolidate, di consumo ingiustificato del territorio a danno dell’agricoltura.
All’Unione dei Comuni abbiamo chiesto una scommessa di lungo respiro: l'attività edilizia nei Centri Storici non va limitata, secondo noi, al solo restauro conservativo degli edifici, ma è necessario coniugare la valorizzazione del patrimonio esistente (quello di qualità) con le moderne necessità del vivere. E’ possibile lasciare spazio ad interventi che favoriscano l'insediamento di attività commerciali anche all’ingrosso e di servizio nei centri storici attraverso la realizzazione di adeguate superfici da ricavare anche attraverso l'accorpamento di unità contigue, attenti alle nuove esigenze proprie degli insediamenti commerciali e di servizio ed evitando di ingessare l’iniziativa privata con la previsione di unità minime di intervento. I Centri Commerciali Naturali non nascono per caso ma sono il frutto di politiche attente e lungimiranti che sanno comprendere le moderne dinamiche di una società in continua evoluzione.
Il Centro Storico di una città, capace di trasformarsi secondo “responsabili e consapevoli” politiche urbanistiche, attente anche alla fruizione e alla vivibilità proprie di una società moderna, può diventare un eccezionale valore aggiunto per il tessuto produttivo che in esso vive, attivando in questo modo un nuovo volano non solo economico ma anche culturale e sociale per l'intera comunità.
Per quanto riguarda il mondo rurale l’obiettivo è stato quello di contenere gli insediamenti di unità abitative in zona agricola e di lasciare l’opportunità per chi vive del lavoro agricolo di costruirsi l’abitazione. Pertanto un’azione di contenimento da un lato e dall’altra il mantenimento, per la costruzione dell’abitazione principale, di una superficie minima fondiaria, da non creare problemi agli imprenditori agricoli.
Consapevoli della valenza che hanno i nuovi strumenti di pianificazione territoriale, le Associazioni imprenditoriali, tutte, sottolineano positivamente il metodo adottato dalla Giunta dell’Unione sul RUE attraverso il confronto; la nostra partecipazione si è concretizzata attraverso la presentazione di proposte che avevano lo scopo di dimostrare, da un lato, come il recupero e la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente possa portare ad un miglioramento della qualità urbana e degli edifici, che anche con l’introduzione di sistemi di risparmio energetico e di sostenibilità ambientale possa comunque raggiungere l’obiettivo del di contenimento dei costi e dall’altro la necessità di salvaguardare l’attività agricola.
A questo punto del confronto giudichiamo positivamente le risposte fin qui ricevute dalla Presidenza dell’Unione, rese evidenti dall’accoglimento di molte delle posizioni da noi sostenute con le osservazioni presentate, ribadiamo comunque che la nostra attenzione continuerà ad essere alta affinchè nel percorso ancora aperto, e quindi fino alla approvazione definitiva, attraverso il dialogo costante e concreto sia possibile continuare a migliorare questo fondamentale strumento di governo del territorio.
API, CIA, CNA, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO ASCOM, CONFCOOPERATIVE, CONFESERCENTI, CONFINDUSTRIA, LEGA COOP, AGCI
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