News / Ufficio sindacale - giovedì 15 set 2022 alle 17:00 | A cura dell'Ufficio Stampa
Con una nota diffusa alla stampa ed inviata alla propria Confederazione nazionale, Confartigianato della provincia di Ravenna ha chiesto chiarezza e linearità in tema di politica energetica e transizione verso le rinnovabili, ed in particolar modo riguardo al testo del Decreto Fer2 che riguarda le energie rinnovabili innovative.
In un primo momento, fino a tutta la mattinata di ieri (14 settembre - ndr) sembrava che una riscrittura del decreto in questione prevedesse l’incentivazione solo dei campi eolici con rotori montati su elementi galleggianti, escludendo quindi quelli su pali ancorati al fondale.
Questo avrebbe di fatto condannando il progetto Agnes, che prevede l'installazione di 75 pale eoliche piantate al largo del mare ravennate a oltre 12 miglia nautiche dalla costa.
Notizie di stampa, arrivate oggi da Roma, danno la cosa come rientrata, ma rimarrà la suspense almeno fino alla prossima settimana, quando il testo del decreto dovrebbe essere votato in sede di Conferenza Unificata.
'Le giravolte mediatiche sugli incentivi per l’energia eolica ci lasciano interdetti' è stata l’amara considerazione che il Segretario provinciale di Confartigianato, Tiziano Samorè ha affidato ad una nota diffusa alla stampa.
'Come Confartigianato della provincia di Ravenna intendiamo far sentire la nostra voce, che è quella di chi rappresenta migliaia di imprenditori che ogni giorno sono impegnati a produrre e assicurare lavoro e sviluppo a questo territorio – ha continuato Samorè - e la nostra voce non può essere che forte e chiara: il Paese ha necessità di avviare davvero la fase esecutiva della transizione energetica, di garantirsi fonti energetiche sicure, oltre che ecocompatibili.
La vista di alcune pale eoliche, lontane 12 miglia nautiche dalle spiagge (oltre 22 chilometri!), in Adriatico NON pone alcun problema nè di tipo ambientale, nè di tipo paesaggistico o architettonico'.
'La nostra Associazione inoltre ha sempre indicato la necessità che la transizione verso le fonti rinnovabili debba avvenire considerando la compatibilità economica e sociale di lavoro e imprese: riteniamo quindi sia necessario che in questo momento riprendano immediatamente le estrazioni del metano in Adriatico, così come siamo assolutamente favorevoli al posizionamento di quel rigassificatore che consentirà all’Italia di approvvigionarsi da molti più fornitori internazionali, riducendo il rischio di black out. Il Paese ed il nostro territorio non possono rimanere al buio, perchè questo significherebbe solo chiusure di aziende, distruzione di posti di lavoro, impoverimento complessivo della nostra società.
Queste riflessioni - è la conclusione di Samorè - sono state inviate alla nostra Confederazione nazionale, affinchè vengano riportate con urgenza ai decisori pubblici'.
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