News / Ufficio sindacale - giovedì 20 ott 2011 | A cura dell'Ufficio Stampa
In troppi stanno parlando, scrivendo, sentenziando sull’IGP della Piadina Romagnola senza avere le corrette informazioni e consapevolezza del percorso svolto in circa 10 anni da Cna e Confartigianato delle tre province romagnole.
Non si è neppure forse a conoscenza di cosa sia un marchio IGP e cosa lo differenzia da altri marchi di tutela. Non si è neppure pensato che i chioschi di piadina, attività artigianali per eccellenza, sono rappresentati dalle scriventi associazioni da sempre, le quali promuovono da anni iniziative volte alla promozione del prodotto piadina romagnola di qualità con appuntamenti di prestigio quali il Trofeo “la Piada d’Oro”, oppure Sapore di Sale a Cervia con la Piada dei Salinari.
Ci si dimentica troppo in fretta anche quanto Confartigianato e Cna si battano da anni contro chi vuole impedire il consumo sul posto delle attività artigiane dei chioschi e quindi la possibilità delle sedute che permetterebbero una migliore degustazione di questa eccellenza gastronomica.. Senza poi dimenticare quante presunte attività commerciali e pubblici esercizi siano spacciate come lavorazioni artigianali contravvenendo l’articolo 5 della legge quadro per l’artigianato.
Entrando nel merito della questione, precisiamo che l’Igp è un marchio di tutela territoriale, che viene attribuito dalla UE a quei prodotti alimentari o agricoli per i quali una determinata qualità e la cui reputazione o un'altra caratteristica dipendono dall’origine geografica, e la cui produzione avviene in un’area geografica determinata. Chi produce IGP deve attenersi anche alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo .
Con questo disciplinare viene insieme garantita la produzione di qualità dei chioschi artigiani, per i quali non cambierà nulla e inoltre sono stati introdotti elementi innovativi anche per le imprese della produzione su larga scala e che portano questo importante prodotto sul mercato nazionale e internazionale.
E’ falso che con questo disciplinare si siano tutelate alcune aziende (quelle di maggiore dimensione) a scapito dei chioschi. Il disciplinare, frutto di un lungo lavoro nel quale un punto qualificante consiste nell’aver eliminato la possibilità dell’utilizzo dei conservanti nella produzione della Piadina Romagnola IGP da parte delle imprese di maggiore dimensione.
Per essere chiari, mentre prima la piadina romagnola veniva commercializzata con l’utilizzo di conservanti, ora grazie al disciplinare questo non potrà più avvenire. Inoltre, tutto questo impedirà alle imprese collocate al di fuori del territorio definito dal disciplinare di produrre e vendere un prodotto con la denominazione 'Piadina Romagnola'. Viene quindi ribadita la centralità del territorio romagnolo come luogo esclusivo di produzione perché è qui che esistono la tradizione, il saper fare artigiano e la cultura di questo prodotto di eccellenza ed è qui che deve essere ribadita la centralità delle imprese romagnole nel processo produttivo, di vendita e soprattutto di consumazione sul posto.
Nel disciplinare vengono riportati inoltre gli ingredienti tradizionali e da sempre riconosciuti univocamente con quelli unici per ottenere un prodotto di qualità e viene specificato nel dettaglio il processo produttivo che fotografa quello che attualmente già fanno tutti i nostri chioschi.
Per concludere, con questa operazione,abbiamo sempre lavorato con trasparenza, serietà e determinazione per l’interesse e la tutela di tutti i soggetti imprenditoriali coinvolti (piccoli e grandi). Ma soprattutto per la salvaguardia di un prodotto di grande qualità che è espressione di questo territorio e della sua cultura, dove il chiosco artigiano ne è la massima espressione e il miglior testimonial.
Confartigianato e Cna della provincia di Ravenna, 20 ottobre 2011
News in Primo Piano
Altre Ufficio sindacale
News per settore