News / Ufficio sindacale - lunedì 08 nov 2010 | A cura dell'Ufficio Stampa
Nei giorni scorsi le organizzazioni di rappresentanza dell'Artigianato, tra le quali Confartigianato, hanno incontrato l'Amministrazione Comunale di Ravenna per presentare le proprie osservazioni al Piano Operativo Comunale (POC), la cui approvazione chiuderà il percorso intrapreso per il superamento del vecchio piano regolatore.
Si tratta di uno strumento fondamentale per la pianificazione degli interventi di grande rilevanza urbana e dovrebbe coniugare le esigenze pubbliche con quelle degli operatori privati. In pratica l'approvazione del POC dà il via a nuove aree di sviluppo edilizio abitativo, commerciale e produttivo che dovranno essere realizzate a seguito di presentazione di Progetti Unitari Attuativi PUA.
Le Associazioni Artigiane hanno ribadito l'opportunità che tutte le regolamentazioni siano basate su criteri di snellezza, chiarezza e certezza dei testi, e hanno sottolineato la necessità che ogni nuova norma non debba avere nuovi oneri burocratici nè per la pubblica amministrazione, nè per le imprese.
Pubblichiamo il testo integrale delle Osservazioni:
P.O.C.
PROPOSTE ED OSSERVAZIONI DI C.N.A. E CONFARTIGIANATO DI RAVENNA
La prossima approvazione del POC (Piano Operativo Comunale) chiuderà il percorso intrapreso per il superamento del vecchio PRG partito nel 2007 con l’approvazione del PSC e proseguito nel 2009 con l’approvazione del RUE.
Come Associazioni dell’Artigianato abbiamo seguito nel dettaglio la predisposizione di tutti i documenti approvati, sottolineando sempre come questi strumenti siano fondamentali per lo sviluppo dell’artigianato e della piccola e media impresa. Oltre il 40% aziende iscritte all’Albo delle imprese artigiane nel Comune di Ravenna è del settore delle costruzioni e quindi direttamente interessato ai piani di pianificazione e programmazione urbanistica previsti dalla legge.
In particolare nell’ultimo RUE abbiamo presentato oltre 40 osservazioni, molte delle quali accolte interamente od in parte.
Sottolineiamo che sempre lo spirito delle nostre osservazioni si basa sulla costruzione di una regolamentazione che verta su criteri di snellezza dei testi, chiarezza, certezza e nella quale venga utilizzata la metodologia che ciò che non è vietato è permesso. Ci rendiamo conto che sia difficile, ma è un obiettivo che va perseguito, secondo noi, con determinazione.
Dovrebbe diventare patrimonio comune il principio generale in base al quale ogni nuova norma deve essere a costo zero non solo sul bilancio dell’Amministrazione Pubblica, ma anche sulle Imprese cui si applica.
Per questo motivo riteniamo che l'approvazione di ogni provvedimento dovrebbe essere condizionata dalla prova d’invarianza dei costi e oneri per l'impresa.
Siamo consci di quanto possa essere difficile applicazione di questo principio, ma sarebbe un approccio veramente innovativo.
Il POC in particolare rappresenta uno strumento strategico per la pianificazione degli interventi di grande rilevanza urbana e dovrebbe coniugare le esigenze pubbliche con quelle degli operatori privati. Rileviamo quanto sia importante, in un periodo difficile come l’attuale, riuscire a realizzare un vero coinvolgimento del privato per fare partire realmente iniziative.
Apprezziamo per questo la scelta di inserire nel primo POC tutte le aree produttive del nostro territorio per dare opportunità di sviluppo alle imprese.
Così come consideriamo positiva la scelta di fare un POC tematico per la logistica, con il quale vengono definite importanti aree retro portuali per lo sviluppo del porto e delle sue attività connesse.
I PUA per le aree produttive crediamo che debbano essere pensati tenendo in debito conto delle attività che si andranno ad insediare con la realizzazione di una viabilità che consenta il transito e la manovra di mezzi di trasporto pesanti evitando strade a fondo chiuso.
Ribadiamo anche questa volta come debbano essere perseguiti alcuni obiettivi di semplificazione dei processi autorizzativi, in particolare per le aree produttive.
E’ anche importante che il tema energetico oltre allo sviluppo dell’uso delle fonti rinnovabili, sia prioritario promuovere il risparmio energetico.
Considerata l’attuale crisi economica e l’importante presenza nel nostro territorio di imprese del settore delle costruzioni, abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di Ravenna che si andasse rapidamente all’approvazione del POC per dare quindi attuazione in tempi rapidi dei Piani Unitati Attuativi già pronti per la loro realizzazione.
Da una prima lettura del POC alcune nostre attese sono state disattese e riteniamo la normativa proposta molto vincolante, restrittiva e “dispendiosa nella tempistica”.
Ad esempio alcuni piani unitari attuativi (Pua), pur essendo catalogati con il colore verde e quindi con poche criticità, a causa della molteplicità degli Enti che devono ancora esprimere il parere per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, sono di difficile attuazione e comunque soggetti ad una grande dilatazione dei tempi, con una conseguente incertezza dei costi.
A ciò si aggiunga che a differenza della normativa che regolava i Piani Unitari di ieri, oggi si è aggiunto un nuovo obbligo: l’analisi del sito che la norma nazionale prevede come obbligo di legge solo per la realizzazione di opere pubbliche. Questa richiesta oltre ad aumentare i costi, amplificherà tempi per ottenere i permessi. Ma la nostra considerazione è anche logica, nel senso che l’analisi del sito dovrebbe essere già stata fatta a monte dagli uffici, che infatti hanno deciso di inserire quella zona come soggetta ad interventi di POC (e quindi soggetta ad un intervento edilizio).
In tema di Piani Unitari Attuativi riteniamo che sia da prevedere la possibilità che in sede di presentazione del PUA il richiedente possa allegare anche la documentazione progettuale del PUA stesso e che quindi la firma della convenzione assuma la valenza del permesso di costruire relativo alle opere di urbanizzazione primaria. Possibilità questa, tra l’altro, prevista dalla normativa di settore regionale.
Altro elemento che ci permettiamo di portare alla vostra attenzione è quello riferito alle varianti che potrebbero essere richieste una volta già firmata la convenzione. Dalla nostra lettura della norma pare che in caso di spostamento di alcune opere infrastrutturali (cabine elettriche, vasche di laminazione) si dovrebbe riavviare la procedura ed andare ad una nuova firma della convenzione stessa. Riteniamo che sia opportuno prevedere una norma che eviti il riavvio di tutta la procedura.
Un’importante sottolineatura va fatta sulla norma che pare preveda che i soggetti attuatori dei PUA potrebbero rimanere proprietari a seconda della discrezionalità dell’Amministrazione (pur diventando di uso pubblico) delle opere di urbanizzazione primaria e che quindi le manutenzioni ordinarie e straordinarie di tali opere, (strade, illuminazione, parcheggi, verde) non saranno più a carico del pubblico, ma dei soggetti attuatori, che poi a cascata e pro quota riverseranno sui singoli proprietari degli immobili facenti parte di quella urbanizzazione.
In tema di standard per abitante osserviamo che la proposta di aumentare in modo consistente gli attuali 11 mq a 22 o addirittura a 30 metri quadrati porterebbe ad aumentare i costi degli immobili, ma soprattutto ad aumentare in modo spropositato il costo degli oneri d’urbanizzazione secondaria. Oltre a questo si avrebbero naturalmente maggiori oneri manutentivi anche per la stessa Amministrazione. Crediamo sia opportuno che gli eventuali aumenti degli standard per abitante equivalente non siano contabilizzati ai fini del calcolo degli oneri d’urbanizzazione.
Il POC delinea anche un importante Piano Casa per dare quelle risposte che l’edilizia residenziale pubblica non riesce a soddisfare. E’ sicuramente un obiettivo giusto. Ci vorremmo però soffermare sulla quota del 20% di comparto destinata proprio all’Edilizia Residenziale Sociale (ERS). In questo comparto i privati devono avere la facoltà (e non, come previsto, l’obbligo) di eseguire direttamente l’intervento.
Non da ultimo vogliamo porre all’attenzione il tema dell’adeguamento al regolamento tipo emanato dalla Regione Emilia Romagna. Entro due anni le amministrazioni comunali dovranno obbligatoriamente adeguarsi a quelle disposizioni che pongono delle regole diverse da quelle definite dal Comune di Ravenna, come ad esempio gli indici edificatori che la norma regionale basa sulla superficie utile lorda, mentre il nostro RUE considera la superficie utile netta.
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