News / Ufficio sindacale - martedì 08 ott 2024 alle 13:48 | A cura dell'Ufficio Stampa
Tempestività, coordinamento, programmazione, in una parola straordinarietà. Il Tavolo delle Associazioni imprenditoriali della Provincia di Ravenna, al quale ovviamente aderisce anche Confartigianato, chiede un cambio di passo a Governo, Regione ed Enti locali e territoriali. Questo il documento presentato oggi ed inviato alle Istituzioni:
Le Associazioni d’impresa componenti il Tavolo provinciale di Ravenna ritengono che, a sedici mesi dalle prime alluvioni del 2023 che hanno devastato l’intera Romagna e a pochi giorni da un terzo catastrofico evento che ha di nuovo interessato con particolare violenza il territorio della provincia di Ravenna, le polemiche e le diatribe prettamente politiche a cui hanno assistito in questi giorni sulle rinnovate responsabilità di chi non avrebbe fatto o avrebbe fatto male, non siano rispettose delle sofferenze subite dalla comunità locale.
Prima di entrare nel merito degli argomenti è opportuno ricordare che:
• dal 1 al 18 maggio 2023, in soli 17 giorni, 350 milioni di metri cubi d’acqua si sono riversati sulla Romagna, interessando circa 800 chilometri quadrati di territorio;
• 280 frane, di cui 120 particolarmente importanti, hanno coinvolto l’appennino romagnolo in quel frangente;
• 40mila sono state le persone sfollate dalle proprie case e migliaia le imprese che hanno dovuto reinvestire risorse proprie per riprendere l’esercizio delle attività economiche.
• per quanto riguarda la ricostruzione privata, a luglio 2024, trascorsi 13 mesi dagli eventi, erano circa 600 le pratiche di rimborso concluse (il 40% di quelle aperte), testimonianza di un sistema che non sta funzionando.
Il Tavolo delle Associazioni d’Impresa della Provincia di Ravenna esprime profonda preoccupazione per le conseguenze delle recenti alluvioni che hanno di nuovo interessato il territorio romagnolo nel mese di settembre 2024. Questa ennesima calamità si abbatte su un territorio già provato dalle precedenti alluvioni, aggravando una situazione già disperata per molte imprese e famiglie che, ad oggi, si trovano in una condizione di incertezza e difficoltà.
In questo quadro, il Tavolo delle Associazioni d’Impresa della Provincia di Ravenna chiede prima di ogni altra cosa che si perfezioni la modifica del Decreto 32/2024 dell'Autorità di Bacino del Po nelle misure, che bloccano lo sviluppo edilizio nelle aree colpite dalle alluvioni, pregiudicando in maniera sostanziale la possibilità stessa di fare impresa. Modifiche che erano già state concordate ma di cui si sono perse le tracce.
Interventi immediati per le famiglie e le imprese colpite
È imprescindibile che vengano messi in atto interventi urgenti e concreti per sostenere le comunità colpite. Le famiglie e le imprese, già provate dai danni subiti nel corso delle precedenti emergenze, vivono oggi un profondo senso di sconforto e preoccupazione per il loro futuro. Questo richiede l’immediata attivazione di aiuti tempestivi e congrui, non solo attraverso lo stanziamento di fondi, ma soprattutto tramite procedure amministrative snelle e accessibili, che rendano effettivamente fruibili le risorse rese disponibili. Cosa che non è avvenuta fino ad ora.
Un esempio concreto dei limiti attuali è rappresentato dalle procedure burocratiche previste dalle ordinanze del Commissario alla ricostruzione per le domande di rimborso da presentare tramite la piattaforma SFINGE. Un percorso, dati alla mano, che si è fin da subito rivelato tortuoso, complesso e pieno di cavilli e che, in oltre un anno, ha portato ad un numero troppo limitato di richieste presentate rispetto ai reali danni subiti. Anche le procedure per l'attivazione dei fondi SIMEST hanno manifestato modalità che, data la situazione, possono essere migliorate anche se, in questo caso, queste stesse hanno restituito percentuali maggiori di risposta in tempi più consoni a coprire i danni subiti ed a compensare i mancati ricavi causati dall'alluvione.
In contrapposizione, gli enti locali, tramite i primi CIS e CAS per i cittadini e successivamente con i bandi delle Camere di Commercio, hanno messo in campo strumenti rapidi ed efficienti, che hanno permesso di distribuire rapidamente le risorse, pur se limitate, disponibili a tali Enti.
Le imprese e le famiglie non possono essere costrette a subire ulteriori ritardi e difficoltà burocratiche nel momento in cui hanno bisogno di un sostegno concreto ed immediato.
Sappiamo bene che la sola messa in disponibilità di fondi non è sufficiente se questi non vengono erogati rapidamente e senza ostacoli. Pertanto, chiediamo con forza che le procedure di accesso ai ristori siano semplificate, specialmente per le PMI, le famiglie e le persone che si trovano in maggiori difficoltà, fra cui senz’altro quelle che hanno subito l’alluvione due o tre volte. Non possiamo permettere che la burocrazia rallenti o, peggio, ostacoli la ripresa. L’impegno al risarcimento del 100% dei danni, come promesso a suo tempo, deve essere onorato.
In tempi straordinari servono procedure straordinarie
Ben conoscendo le complessità della macchina burocratica nel nostro Paese, sulla quale in tempi non sospetti le stesse Associazioni d’impresa hanno più volte richiamato alla semplificazione nelle procedure autorizzative, è necessario che dalla fase emergenziale (con il rispristino del pre-esistente) si passi alla ricostruzione vera e propria, con l’attuazione dei piani speciali di messa in sicurezza previsti dall’apposita legge. Questi dovranno essere attuati con strumenti e poteri speciali tipici della figura commissariale e nel proseguo (vista la scadenza della nomina attuale al 31.12.2024) che questa sia scelta con criteri più rispondenti alle esigenze specifiche ed al presidio territoriale. Inoltre, chiediamo al Governo di stanziare nella prossima legge di bilancio i 4,5 miliardi necessari per realizzare il Piano Speciale che ora è in bozza e per il quale anche questo tavolo aveva suggerito modifiche costruttive.
Un cambiamento strutturale nella gestione del territorio
Le alluvioni che abbiamo subito non possono più essere considerate eventi isolati. Siamo di fronte a una crisi climatica globale che sta manifestando i suoi effetti devastanti anche sul nostro territorio, con piogge sempre più intense e imprevedibili. Non è più sufficiente rispondere con interventi emergenziali temporanei o ripristinare semplicemente le infrastrutture idrauliche attuali. È necessaria una revisione complessiva della pianificazione e gestione del territorio, che consideri i cambiamenti climatici come un fattore costante: revisione da farsi in via d’urgenza e con logiche straordinarie.
Questo implica la necessità di riprogettare il territorio, dai crinali fino alla costa, per prevenire ed evitare il deflusso violento delle acque piovane verso valle. Una valle, lo ricordiamo, di origine alluvionale. Occorre adottare un approccio integrato e strategico che coinvolga la gestione delle acque, la manutenzione delle infrastrutture esistenti e la realizzazione di opere di prevenzione su larga scala. Solo così sarà possibile ridurre il rischio di future catastrofi naturali e mitigare i danni. E’ in ogni caso necessario che vengano individuati e finanziati con la massima tempestività gli interventi urgenti e i piani di prevenzione ed emergenza finalizzati ad evitare il ripetersi di eventi alluvionali disastrosi come quelli accaduti, senza attendere i tempi lunghi ipotizzati dal piano speciale preliminare perché è evidente che non possiamo permetterceli.
Fondamentale, poi, che il cosiddetto “Piano Speciale del Commissario Straordinario” (e i piani tematici ad esso collegati) venga adottato con un percorso di confronto e ascolto dei soggetti di rappresentanza dei territori, individuando con chiarezza priorità degli interventi e fonti di finanziamento nel tempo.
Le azioni devono rifuggire da logiche semplicistiche come delocalizzazioni massive o principi come “dove è arrivata l’acqua non si costruisce più” e realizzare invece opere che consentano di adattare il territorio ai cambiamenti climatici, anche con step progressivi che possano con costanza aumentare la sicurezza dei territori.
Azioni coordinate e durature: la sfida delle opere di ripristino
Affinché si possa realmente affrontare questa emergenza in modo efficace, è fondamentale che chi ha responsabilità decisionali, dal Governo alla Regione, fino ai Commissari straordinari, agisca in stretto coordinamento ed con una continua presenza sul territorio. Non possiamo permetterci che le responsabilità si frammentino, né che ci si abbandoni al gioco delle accuse reciproche registrate anche nelle ultime ore. È il momento di mettere da parte divisioni e polemiche, concentrandosi invece sulla ricerca delle soluzioni sostenibili e sulla loro realizzazione.
Solo con una visione a lungo termine e con interventi costanti e programmati si potrà dare alle imprese e ai cittadini la certezza che una tragedia simile non si ripeterà.
Ridare fiducia e prospettive a imprese e cittadini
Il nostro compito come Associazioni di rappresentanza è quello di sostenere il tessuto economico e sociale della Romagna, difendendo il diritto delle imprese e delle famiglie a vivere e lavorare con serenità nel loro territorio. Per fare ciò, è essenziale che le istituzioni, tutte, dimostrino con i fatti di essere vicine a chi ha subito danni, restituendo quella fiducia che oggi sembra perduta.
La Romagna è una terra di grandi risorse e capacità imprenditoriali, ma le sfide che stiamo affrontando richiedono un impegno collettivo straordinario. Serve uno sforzo congiunto di istituzioni, imprese e cittadini per affrontare non solo le emergenze, ma anche per costruire un futuro più sicuro e sostenibile. Il Tavolo delle Associazioni d’Impresa della Provincia di Ravenna si impegna a fare la propria parte, collaborando con le istituzioni e le comunità locali per far sì che la Romagna torni a essere un luogo in cui imprese e famiglie possano guardare al futuro con serenità e fiducia.
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